1. "A History of Violence"

Il sesso prima e dopo

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In attesa che arrivi nelle sale italiane la prima parte di Nymphomaniac (il 3 aprile), su cui hanno già scritto Pietro Bianchi, Luca Malavasi e Roberto Manassero, abbiamo deciso di cimentarci con il tema "sesso e cinema", raccontando sequenze, film, autori scelti tra i nostri preferiti. Questa è la prima puntata.

 

Il sesso è da sempre uno degli argomenti maggiormente esplorati da David Cronenberg nel corso della sua carriera. Basti pensare a Inseparabili (1988) o a Crash (1996), anche se di fatto tutte le pellicole dell’autore canadese presentano sequenze “di sesso” particolarmente significative ai fini di un’analisi della sua intera filmografia.

Lo stesso vale per A History of Violence, in cui il rapporto sessuale (del tutto realistico, a differenza di altre scene della stessa natura inserite in precedenti lavori del regista) è doppio, proprio come il protagonista.

Edie (Maria Bello), madre di famiglia e moglie di Tom Stall (Viggo Mortensen), si traveste da giovane cheerleader e gioca con il marito interpretando un’adolescente sexy e vogliosa. Il loro rapporto è dolce, sinuoso, ricco di preliminari piccanti.

Nella seconda parte del film, invece, Edie viene aggredita e quasi violentata dal marito sulle scale di casa. Ora il rapporto è esplosivo, violento, animalesco. Ma quell’uomo non è più Tom, bensì Joey, un ex gangster che ha provato a rifarsi una vita con un nome diverso.

La doppia natura di A History of Violence sta quindi tutta in due rapporti sessuali, uno prima e l’altro dopo lo svelamento della reale identità dell’uomo.

Ci si potrebbe anche fermare qui (Joey ritrova, nel sesso, la sua vera natura di uomo violento tenuta nascosta fino a quel momento) ma, a ben guardare, c’è molto di più.

A History of Violence è infatti un’opera cardine nella rappresentazione degli Stati Uniti del nuovo millennio, che riesce a metaforizzare con grande forza persino l’attacco alle Torri Gemelle, e non si può non tenerne conto.

Ciò a cui Edie ha davvero assistito è il crollo del suo mondo, di quel sistema perfetto che erano lei e la sua famiglia: esattamente lo stesso trauma dell’11 settembre. In una situazione (apparentemente) stabile - la sicurezza e potenza degli USA da una parte, l’equilibrio e la solidità della famiglia Stall dall’altra - interviene una frattura - il crollo delle torri da una parte, la scoperta del passato di Tom dall’altra - che rende attaccabili e insicuri.

Quello che sconvolge la donna è la consapevolezza che alcuni eventi (l’11 settembre), fanno emergere ciò che prima era nascosto portando un cambiamento irrevocabile: non siamo più gli stessi, soprattutto quando ciò che avviene è, non solo imprevedibile, ma incomprensibile.

Così Edie (che, si vede chiaramente, avrebbe sempre desiderato essere posseduta aggressivamente dal marito) non teme che Tom sia Joey, ma ha paura di non essere più la stessa Edie (non più la dolce cheerleader ma la donna presa con violenza), allo stesso modo in cui l’America non teme un altro attacco, ma ha paura di non essere più la stessa America.