Sergio Castellitto

Fortunata

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Fortunata è una mamma single che vive costantemente di corsa, barcamenandosi tra il lavoro di parrucchiera a domicilio e la separazione da un marito violento. Fortunata corre per inseguire un sogno: aprire un salone di bellezza. Ad accompagnarla nella ricerca della felicità sono la figlia di otto anni, Barbara, che esprime la rabbia sputando, e il Chicano, un ex tossico bipolare e sempre sul filo del rasoio. Solo il confronto con lo psicoterapeuta Patrizio farà emergere i traumi a lungo sopiti di ciascuno. 

Jasmine Trinca veste i panni, colorati e succinti, della moderna donna di borgata, ragazza madre memore della Magnani di Mamma Roma e della Loren de La ciociara. E le reminiscenze del grande cinema di casa nostra devono essere state colte anche dalla sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes di quest'anno, che le ha assegnato il premio per la miglior interpretazione.

L'ultimo film di Sergio Castellitto traspone miserie e nobiltà del neorealismo nella Torpignattara dei giorni nostri, in una Roma impietosa e multietnica, dominata dai cinesi nuovi padroni del mondo. L'impronta del cinema neorealista si fonde con il mito classico nella vicenda del Chicano, erede postmoderno di Antigone, che sacrifica sé stesso per dare alla madre, vecchia attrice di teatro annientata dall'Alzheimer, una degna morte prima che una degna sepoltura. Chicano e Fortunata sono uniti da un'unica colpa: hanno avuto compassione dei rispettivi genitori, appellandosi alla legge tutta umana della pietà contro quella delle istituzioni.

La verità fatica ad affiorare in superficie, e la metafora è quanto mai azzeccata se si segue il leitmotiv costante che procede lungo tutto l'arco del film: l'acqua e l'affogamento compaiono sin dalle prime battute, negli scherzi spensierati dei protagonisti così come nei momenti di deflagrazione della tragedia, in cui antichi segreti riemergono con la stessa fatalità di un peso morto che viene a galla. Ed è proprio il simulacro di un corpo umano riverso in mare, simboleggiato da un bambolotto immerso nella sabbia dello studio dello psichiatra, a fungere da persuasore occulto per l'immagine finale: nel momento in cui Fortunata, eterna ragazzina, si trova di fronte a sé stessa e al cadavere del padre, si purifica dalla colpa di averlo lasciato affogare, liberandolo così dalla schiavitù della droga.

La catarsi si esplica nel sacrificio umano, come nella tragedia greca. E se nell'Antigone di Sofocle la principessa si uccide per sottrarsi al nomos del re Creonte, nel dramma scritto da Margaret Mazzantini la protagonista sfugge alla morte, tante volte sfiorata, e resta una sopravvissuta, naufraga dopo la tempesta, totalmente affidata al caso. Ed è infatti il caso, anzi la Tyche greca, a reggere le vite umane che si incrociano nella storia di Fortunata, che già nel nome porta un destino: il suo nomen omen è tanto insistito quanto il motivo del gioco. Ognuno, a modo suo, gioca per vincere: dal Chicano con la sua dipendenza dalle schedine del lotto a Patrizio che inizia Fortunata alla roulette del casinò, finché il gioco non diventa un vero e proprio azzardo quando in ballo c'è la vita, in punta di pistola.

Sarà di nuovo il senso di colpa latente, questa volta nelle vesti innocue di un “affogato al caffè” pronunciato di sfuggita al bar, a fungere da campanello pavloviano che spinge lo psicoterapeuta a giocarsi i numeri vincenti consegnatigli dal Chicano. E sarà dunque lui, per un beffardo scherzo del destino, il vero fortunato. Lui che con Fortunata condivide un'altra colpa, la più crudele per un innocente: essere un orfano. Due esistenze, ancora una volta, legate da un medesimo destino ma separate dall'imprevedibilità del fato

La vita di Fortunata, come quella di chi le sta vicino, è interamente votata alla dea bendata. Tutti, in un modo o nell'altro, tentano la sorte. Ma quello che conta è farlo col cuore, giocare d'intuito. Perché, come dice il Chicano, "siamo tutti numeri ritardatari, che prima o poi devono uscire".

Fortunata
Italia, 2017, 103'
Titolo originale:
Fortunata
Regia:
Sergio Castellitto
Sceneggiatura:
Margaret Mazzantini
Fotografia:
Gian Filippo Corticelli
Montaggio:
Chiara Vullo
Musica:
Arturo Annecchino
Cast:
Alessandro Borghi, Edoardo Pesce, Emanuela Aurizi, Hanna Schygulla, Jasmine Trinca, Rosa Diletta Rossi, Stefano Accorsi
Produzione:
HT Film, Indigo Film
Distribuzione:
Universal Pictures International

Fortunata è una giovane mamma che ha alle spalle un matrimonio fallito. Cercherà in tutti i modi di realizzare il sogno di aprire un salone tutto suo.

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