Ivan Sen

Goldstone

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C’è qualcosa che accomuna l’“universo narrativo” delle vicende del detective Jay Saw (di cui Goldstone è un singolo capitolo) con le più comuni produzioni nazionali seriali televisive e cinematografiche (come la crime fiction italiana o il noir nordico, tanto per citare due esempi europei). Come queste produzioni, Goldstone è piena industria audiovisiva contemporanea: è un sequel (del precedente Mystery Road) ed è una produzione nazionale con una costruzione narrativa estremamente caratterizzata da location e culture del luogo, pur mantenendo un potenziale internazionale di vendibilità. Inoltre la narrazione, non limitandosi alla saga cinematografica ma approdando anche in televisione (per ABC nel 2018), è transmediale attraverso una serie spin-off omonima del primo capitolo.

Jay Saw, detective australiano aborigeno, è il protagonista di questa serie a metà fra neo-western e crime fiction. Goldstone è il secondo capitolo e come tale è caratterizzato da varie ripetizioni: dal ritorno di contesti culturali, di personaggi e di tematiche. Nella serialità, però, la ripetizione è da sempre in dialettica con piccole variazioni al suo interno. In questo sequel, non più ambientato a Mystery Road ma a Goldstone (piccola città mineraria australiana), Jay Saw, insieme ad un giovane poliziotto per cui nutre una certa sfiducia – che è reciproca –, dovrà indagare sulla scomparsa di una ragazza di cui non sembrano esistere prove; dovrà confrontarsi non solo con sotto-comunità criminali ma anche con una rete di corruzione ben più grande. Inoltre, il personaggio di Jay, unico a ritornare in scena in questo sequel, è oggetto di un’ulteriore caratterizzazione: dall’alcolismo e dalla totale disillusione esistenziale (conseguenti alla morte della figlia) alla scoperta delle proprie radici e comunità di appartenenza.

Come è stato ed è ancora per gran parte delle produzioni seriali nazionali europee, l’ambientazione è centrale e spesso motivo di successo e di caratterizzazione identitaria del prodotto. Anche in Goldstone, un ruolo primario lo occupa l’entroterra australiano, con le sue lunghe strade, il sole, le mosche, la sabbia e un terreno arido che pare tanto infinito quanto abbandonato. Location già sfruttata nel cinema australiano da autori come Greg McLean con Wolf Creek che ne impiegò il potenziale horror e da George Miller con Mad Max che ne accentuò i toni post-apocalittici. Il regista Ivan Sen, invece, rende questa location una metafora sociale di solitudine e abbandono, un luogo sacro della cultura antica e un tono estetico “di genere” che possa sostenere gli evidenti richiami al western.

La produzione di Ivan Sen (autore del film, ma anche responsabile di fotografia, montaggio e musica) non è caratterizzata solamente dalla presenza insistente dell’entroterra australiano ma anche dalla restituzione e rappresentazione di un contesto sociale nazionale non sempre noto. Un’Australia ben lontana dal “sogno” che ne ha l’Occidente, una terra culturalmente ancora divisa e ferita dal passato coloniale. Fin dal suo primo film Beneath Clouds, passando per Toomelah, arrivando a Mystery Road e Goldstone, Ivan Sean (lui stesso aborigeno) ha sempre messo in scena il divario culturale tra i bianchi e i neri. Una realtà multiculturale inscenata attraverso una tendenza generica all’individualismo dei personaggi, soli e reciprocamente indifferenti. Ogni intreccio, così come in questo film, è anche un incontro tra due mondi, una crescita e un viaggio verso la cooperazione. La speranza del regista che da una semplice multiculturalità di convivenza nasca una interculturalità partecipativa.

 

Goldstone
Australia, 2016, 110'
Titolo originale:
Goldstone
Regia:
Ivan Sen
Sceneggiatura:
Ivan Sen
Fotografia:
Ivan Sen
Montaggio:
Ivan Sen
Musica:
Ivan Sen
Cast:
Aaron Pedersen, Alex Russell, David Gulpilil, David Wenham, Jacki Weaver, Kate Beahan
Produzione:
Bunya Productions, Dark Matter
Distribuzione:
Movies Inspired

Il detective Jay Swan è sulle tracce di una persona scomparsa. Si ritroverà nella piccola città mineraria di Goldstone dove viene arrestato per guida in stato di ebbrezza da un giovane poliziotto locale, Josh. Quando la stanza di motel di Jay viene fatta saltare in aria, diventa chiaro che nel distretto c'è qualcosa di molto più grande. Jay e Josh saranno così costretti a superare la loro sfiducia reciproca per scoprire, insieme, una verità tutt'altro che gradevole.

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