Francesco Patierno

Naples '44

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Naples '44 di Francesco Patierno è un oggetto interessante, una sorta di ipertesto pulsante che si misura con la letteratura e con il cinema, con un libro di straordinario successo (l'omonimo diario di guerra Naples '44 di Norman Lewis) e con monumenti del cinema italiano (Paisà naturalmente su tutti) ma anche con tanti rari filmati di archivio recuperati in giro per il mondo (dall'Istituto Luce all'Imperial War Museum), con film meno visti (Il re di Poggioreale), e ancora con la musica, con l'architettura e l'urbanistica, con il paesaggio, la tradizione popolare, i riti, la cronaca, il racconto, i ricordi e, naturalmente, con la Memoria e con la Storia.

Un'orchestrazione complessa che è il risultato di un lavoro di ricerca e di montaggio (audio e video) piuttosto impressionante; una partitura dai toni evocativi che mira a dare una forma allo sguardo (finora tradotto solo in parola) di uno straniero sulla propria città e insieme a riempire quella forma di sfumature, di piccole note di colore, di ombre e di luci che la sfaccettano e ne moltiplicano le implicazioni. Una sfida tanto più ardita se quel viaggiatore straniero è Norman Lewis, ufficiale britannico al seguito dell'esercito di liberazione nella Napoli del 1944, nonché celeberrimo narratore di viaggi e autore di culto, il cui diario di guerra è un riferimento assoluto per il genere della memorialistica.

Una sfida che Patierno abbraccia con coraggio quasi come se mettesse in bocca a Lewis, in un certo senso, le parole di Augé quando dice "lo spettacolo di quelle rovine recenti costituiva una specie di enigma di cui avvertii immediatamente l’esistenza senza identificarne i termini né coglierne la natura". Napoli infatti è stremata ("sick and tired" la definisce il narratore Benedict Cumberbatch, scelto con intelligenza per dar voce alle parole di Norman Lewis nella versione originale del film), un corpo ferito che agonizza sotto gli occhi di quel viaggiatore curioso e affascinato – senza ancora saperne il perché – dalle tante stranezze di un luogo che, nonostante lo strazio, si lascia percepire come unico.

Stranezze di un corpo fisico, quello della città appunto, ridotto in macerie dalla guerra, dalle bombe, dalla fame, ma anche stranezze di un corpo sociale che attraverso la forza di reagire, lo spirito di sopravvivenza e perfino l'ingegno (applicato in molte varie e variabili forme) prova a elevare quella stessa devastazione allo status di rovina.  Nel film si crea infatti una specie di dialettica tra passato e presente (anche se forse gli intermezzi di fiction che lo sottolineano fin troppo didascalicamente restano la parte meno convincente del tutto), tra facce e luoghi, tra persone e spazi, tra rovine e macerie appunto; da qui il richiamo alla mente di quel libricino piccolo e denso che è proprio il Rovine e macerie di Mac Augé.

D'altra parte forse nessuna città come Napoli si porta dentro la convivenza di macerie e rovine, di devastazione e risorsa, di ferita e sopravvivenza, di miseria e assolutezza, forse nessuna città più di Napoli può rendere il senso del dialogo tra il tempo della storia – quello che si ripete ancora oggi scandito dalla follia dei conflitti, quello che lascia solo macerie – e il tempo assoluto – quello delle rovine appunto che va al di là della storia. D'altra parte "contemplare rovine non equivale a fare un viaggio nella storia, ma a fare esperienza del tempo, del tempo puro".

Naples '44
Italia, 2016, 80 min
Titolo originale:
Naples '44
Regia:
Francesco Patierno
Sceneggiatura:
Francesco Patierno
Fotografia:
Giovanni Troilo
Montaggio:
Maria Fantastica Valmori
Musica:
Andrea Guerra
Cast:
Adriano Giannini, Benedict Cumberbatch
Produzione:
Dazzle Communication, In Between Art Film, Istituto Luce Cinecittà, Rai CInema

Nel 1943 un giovane ufficiale inglese, Norman Lewis, entrò con la Quinta Armata Americana in una Napoli distrutta e piegata dalla guerra. Gli appunti che Lewis scrisse in quel periodo finirono poi per costituire Naples '44. Il film immagina quindi l'ufficiale inglese, divenuto, dopo la guerra, un affermato scrittore, tornare nella città che lo sedusse e lo conquistò per un visionario amarcord fatto di continui flashback tra i luoghi del presente che Lewis ripercorre dopo tanto tempo e le storie del passato di cui questi luoghi sono stati protagonisti. 

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