Oren Moverman

Pura violenza senza coscienza

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1999, Downtown Los Angeles. Dave Brown è un poliziotto della divisione Rampart, al centro di un uragano di polemiche per l’uso illegittimo e persecutorio della forza nelle operazioni di pattuglia. Ma gli scandali non intaccano la scorza di Dave: lui si crede un soldato, investito di un potere che travalica le strettoie morali dei suoi superiori, combattente di una guerra di cui non ha mai messo in discussione motivazioni e fondamenti.

Quando un video lo riprende durante un brutale pestaggio, il mondo che ha sempre conosciuto inizia a crollare. La tribù familiare (due mogli, sorelle tra loro; due figlie, una per ogni madre) si ribella con disillusa freddezza: il suo ruolo di maschio dominante, padrone della strada e protettore della casa, si rivela un’allucinazione, una consuetudine protettiva mal sopportata dalle “sue” donne.

L’opera seconda di Oren Moverman, scritta con James Ellroy, è un disseccato studio su un personaggio che si è costruito e definito attraverso un codice (a)morale ormai sgretolato. Moverman ed Ellroy sono più interessati a leggere nei suoi occhi di uomo/predatore il crollo di una mistificatoria messa in scena (familiare, professionale, gerarchica) che a darne un giudizio di condanna.

Brown, pessimo uomo e agente, ha potuto agire tradendo ogni regola civile grazie alla sua percezione deviata di un ruolo sociale. Ma dopo gli scontri post-Rodney King, l’America non è più disposta (con una dose di calcolata ipocrisia) a regalare impunità. Le mele marce vanno abbandonate al loro destino.

Rampart segue l’inabissarsi di un personaggio, incapace di cogliere barlumi di catarsi nella sua spirale autodistruttiva, attraverso uno stile ruvido che alterna notti nero pece ad accecanti squarci di luce tagliente. Brown è un uomo di pura azione violenta e non sa cogliere valori simbolici nel suo sacrificio. Non ha la coscienza sporca del Bad Lieutenant di Abel Ferrara, cristologicamente dolente nelle penombre chiesastiche newyorchesi.

Dave Brown non possiede coscienza: è un fascio di nervi e sangue che suda e si flette sotto il sole californiano che nulla nasconde e tutto espone. Si muove come un animale braccato, segue un istinto primordiale di sopravvivenza del quale diviene vittima, schiacciato dalla coazione a ripetere gli stessi gesti di sopraffazione e violenza, gli unici che capisce e conosce. Non sa adeguarsi, non ha l’adattabilità dei cuccioli, è un relitto capace di dispensare dolore fino a pagare un prezzo di cui non percepisce la ragione.

La dolente mancanza di consapevolezza, il sentirsi perennemente in scacco di fronte all’incombente catastrofe, la frattura ineluttabile tra sé e il mondo circostante definiscono i tratti di un personaggio contemporaneo e anacronistico insieme, disperatamente tragico nella sua quotidiana e irredimibile abiezione.  

Rampart
Usa, 2011, 108'
Titolo originale:
id.
Regia:
Oren Moverman
Sceneggiatura:
Oren Moverman, James Ellroy
Fotografia:
Bobby Bukowski
Montaggio:
Jay Rabinowitz
Musica:
Dickon Hinchliffe
Cast:
Woody Harrelson, Ben Foster, Anne Heche, Robin Wright, Ned Beatty, Steve Buscemi, Sigourney Weaver, Ice Cube, Cynthia Nixon, Brie Larson, Don Creech, Jon Bernthal
Produzione:
Lightstream Pictures, Waypoint Entertainment, Third Mind Pictures, Amalgam Features
Distribuzione:
One Movie

Los Angeles, 1999. Dave Brown, veterano della guerra nel Vietnam, è un agente di polizia che lavora in una sezione speciale riservata al "lavoro sporco". Dave segue un personalissimo ideale di giustizia, su un confine tra bene e male più che sfumato. Quando viene ripreso mentre pesta un semplice sospettato rifiutandosi di rinnegare la sua condotta, nonostante le pressioni del Dipartimento si ritroverà prigoniero di una spirale discendente professionale ed emotiva. Dave interiorizzerà le proprie paure e angoscie, dovendo anche fare i conti con due ex mogli, due figlie, un vecchio mentore che dà solo consigli sbagliati e una vita sentimentale fatta di incontri effimeri e senza passione.

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