Ferzan Ozpetek

Rosso Istanbul

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Fin dal titolo, l'ultimo film di Ozpetek (tratto dal suo stesso romanzo, uscito per Mondadori nel 2014) nel sembra promettere una storia articolata intorno alle vicende di personaggi, immersi nel clima storico-politico della Istanbul contemporanea. L'aggettivo "rosso" a cui si riferisce il titolo, infatti, potrebbe indicare tanto il colore del sangue degli sconvolgimenti politici subiti dalla città, quanto il colore dell'amore intorno alla quale si sviluppa la trama del film.

Di tutt'altra impronta si rivela invece essere l'opera: il contesto storico-politico viene solamente accennato, con un'unica sequenza in cui le tensioni del paese sono riassunte nel destino di una famiglia a cui viene distrutta la casa; Istanbul è descritta più verbalmente che visivamente e, quelle poche volte in cui viene mostrata, la macchina da presa dipinge una città che potrebbe benissimo essere una qualsiasi metropoli occidentale invece che la capitale della Turchia. Prova ne siano il ponte spesso attraversato in macchina dal protagonista, che ricorda quello di Brooklyn; o la lunga carrellata che dall'interno di un appartamento si sposta all'esterno e sfocia in una panoramica in notturna sulla città, che ricorda Londra per luci e palazzi.

Proprio come per il contesto storico e la città, anche la componente emotiva dei personaggi, così come i dialoghi, vengono solo accennati e mai esplorati sino in fondo. Ne risulta un film frammentario, superficiale, dove la struttura narrativa scricchiola al peso delle molteplici storie inconcludenti dei personaggi che ruotano intorno al protagonista.

La trama è incentrata su Orhan Sahin, scrittore che da poco fa fatto ritorno alla sua città natale – Istanbul, per l’appunto – dopo un’assenza di vent’anni causata da un tragico avvenimento. Orhan è stato chiamato come editor dal regista Denize Soysal, impegnato nella scrittura di un nuovo romanzo. Grazie all’amico regista e soprattutto alle persone che animano la vita di Denize, Orhan riscoprirà emozioni perdute e ricordi dimenticati e finalmente troverà la propria redenzione emotiva.

Ripercorrendo le orme di Le fate ignoranti, in Rosso Istambul proprio come nei precedenti Saturno contro o Mine vaganti, Ozpetek ripropone le stesse tematiche – omosessualità, droga, morte, complicati intrecci amorosi – e gli stessi immaginari – cene o pranzi con grandi tavolate imbandite dove la telecamera rimbalza tra soggettive al protagonista e inquadrature ai partecipanti – cadendo in un pastiche filmico ormai superato.

A ciò si aggiunge una serie infinita di battute paradossali dal retrogusto vagamente divertente che cadono nell'assurdo; o ancora cliché registici (come il momento in cui viene introdotta Neval, la migliore amica di Denize, al cui passaggio da femme fatale le macchine inchiodano…) e ridondanze espressive (l'ascesa di Orhan è annunciata dalla sovrapposizione del protagonista alla figura di un angelo in un dipinto…) che fanno di Rosso Istanbul il solito film di Ozpetek, uguale a tutti gli altri precedenti del regista.

Rosso Istanbul
Italia, Turchia, 2017, 115'
Titolo originale:
Istanbul Kirmizisi
Regia:
Ferzan Ozpetek
Sceneggiatura:
Ferzan Ozpetek, Gianni Romoli, Valia Santella
Fotografia:
Gian Filippo Corticelli
Montaggio:
Patrizio Marone
Musica:
Giuliano Taviani
Cast:
Cemre Ebuzziya, Halit Ergenç, Ipek Bilgin, Mehmet Günsür, Nejat Isler, Selim Bayraktar, Serif Sezer, Serra Yilmaz, Tuba Büyüküstün, Zerrin Tekindor
Produzione:
BMK, Faros Film, Imaj in collaborazione con Rai Cinema, R&C Produzioni
Distribuzione:
01 Distribution

Un regista di origini turche decide di tornare a casa dopo tanto tempo ma il viaggio gli riserverà non poche sorprese.

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