CINEFORUM / 514

Trasformazioni

di Adriano Piccardi

Trasformazione devastante quella cui è sottoposto il cervello di Claire in Tutti i nostri desideri, giovane magistrato dalla sensibilità sociale spiccata e dalle intuizioni brillanti, che si scopre malata con ormai pochissimo tempo a disposizione. Eppure, la sua volontà di non arrendersi allo smottamento fisico le permetterà di porre mattoni per il futuro di altre persone (vicine, lontane), compiendo così in qualche modo la sua missione di essere umano in questo mondo. Trasformazioni inarrestabili, fascinose, diffuse attraverso migliaia di scatti fotografici che hanno attraversato l’esistenza di intere generazioni, dai primi anni Sessanta a oggi (e non è certo finita…): il volto, i capelli, i baffi e la barba, le rughe con il passare del tempo, il sorriso e gli occhi perennemente segnati da un velo di malinconia – immagini di George Harrison. Martin Scorsese ci mostra anche le altre sue trasformazioni, che gli hanno permesso di non essere soltanto “il terzo Beatle”, ma un artista a tutto tondo e non solo in ambito musicale: perché la nostra riconoscenza non si esaurisca con il suo tempo. Trasformazione, infine, di un corpo che, attraverso una scelta da qualcuno giudicabile come mero e inutile nichilismo (ma da altri come progetto eroico e terribile di una testimonianza portata all’estremo, perché altri ne potessero raccogliere i frutti). Qualche indugio estetico di troppo non impedisce al film di Steve McQueen di lasciare tracce profonde insieme a un flebile raggio di speranza, fosse anche soltanto per reazione alla violenza istituzionale e commossa pietà verso chi ha avuto il coraggio di una tale scelta. Singolare tesoro, la speranza, che spesso si trova solo al termine di uno strano e lungo cammino.