CINEFORUM / 532

Money

MONEY Forma espressiva pienamente radicata nella cultura del secolo che più di ogni altro ha fatto dell’etica capitalistica la legge generale dell’esistenza (nonostante alcune velleità che, almeno fino a oggi, si sono prima o poi sempre sciolte come neve al sole), il cinema non ha mai potuto sottrarsi alla presenza del denaro tra i suoi temi ricorrenti, sia direttamente che indirettamente. Così ha, di volta in volta: esibito, in particolare nelle commedie e nei musical del periodo “classico”, ai suoi spettatori la figura della ricchezza come evidente compensazione fantastica della loro quotidiana condizione di precarietà, indigenza, necessità; individuato, nei gangster e crime movies, ma anche nei film a sfondo più sociale (lotta per l’esistenza dell’individuo comune), la ricerca del denaro come motivazione di comportamenti apertamente illegali oppure pericolosamente “al limite”; spettacolarizzato, in particolare nel mélo del periodo aureo, la vulnerabilità morale e sentimentale del mondo del privilegio sociale, per sottolineare in certi casi più il ruolo corruttore della ricchezza (soprattuto se non guadagnata attraverso il duro lavoro di una vita) e in altri, invece, la necessità di rinnegare quest’ultima per assicurarsi la salvezza nell’impresa di essere normali (o di tornare a esserlo). E talvolta, sezionato e mostrato analiticamente – per quanto reso possibile dalle condizioni produttive in cui ogni singolo film veniva realizzato – i meccanismi di accumulo e distribuzione della ricchezza, con l’intenzione di svelare il cuore classista del loro funzionamento: ma questa è (quasi) un’altra storia.

<span style="\&quot;font-family:" serif;\"=""> della morte di Laura, personaggio che non a caso riconduce al punto di vista dello spettatore…