L'altra faccia delle lune

L'altra faccia delle lune

Il cavallo del West

Sulla rete televisiva americana NBC va in onda la prima puntata della serie Furia (poi Brave Stallion). Bisogna attendere il 16 aprile 1967 perché l’ormai stantio prodotto, con i suoi 114 episodi altamente ripetitivi, giunga sui teleschermi italiani, ovviamente della Rai, ma è un incredibile successo, trascinato dalla sigla “Furia cavallo del West”, scritta da Luigi Albertelli, musicata da Guido e Maurizio De Angelis e cantata da Mal, il cui disco vende in poche settimane oltre un milione di copie.

Tutti a canticchiare: «Furia cavallo del West / che va più forte di un jet / quando fa il pieno di fieno /se no non sta in piè. // Furia cavallo del West / che beve solo caffè / per mantenere il suo pelo / il più nero che c'è. // Furia cavallo del West / che lava i denti col seltz / per poi sorridere bene / in fondo è sul set» (canzone demenziale, che lascerebbe supporre ben altre storie, quasi alla Jacovitti). E tutti gli sciagurati ragazzini incollati a seguire le caramellose vicissitudini dello stallone morello, cui manca soltanto la parola, e del giovane Joey, orfano e amorevolmente adottato, che riesce a domarlo e a stabilire un rapporto simbiotico.

Il West non c’entra (siamo nei ranch della California), ma persistono banditi, furfanti, vagabondi e trasgressori vari da perseguire, contrastare, catturare, magari con l’ausilio di una carabina calibro 22 di cui il fanciullo viene subito dotato. I cattivi sono molto cattivi ma stupidi, i buoni molto buoni ma altrettanto. Nulla da invidiare ai cànidi concorrenti, tipo Lassie, Rin-tin-tin o, ma più “adulto”, Rex. Povere bestie. La serie tornerà in onda, sembra a colori, dal 27 marzo 2000 su Tmc. Continuiamo a farci del male.