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(dis)Sequenze#28 - Rocketman & la piccola ballerina

Capita, certo. Ma è singolare vedere come una stessa canzone sia usata con un significato pressoché opposto. Abbandono e ricomposizione dell'unità. Tiny Dancer di Elton John, scritta insieme a Bernie Taupin e pubblicata sull'album Madman Across the Water del 1971, è dedicata alla prima moglie di Taupin, conosciuta durante il tour del '70 negli Stati Uniti, idealizzata teneramente come una minuta ballerina di cui prendersi delicatamente cura mentre danza sulla sabbia. Tiny Dancer, che all'uscita non fu proprio un successone ma nel corso del tempo si è guadagnata la fama di classico del repertorio, in Rocketman è cantata da Taron Egerton al party dopo il trionfo al Troubadour di West Hollywood.

 

Elton ama Bernie, Bernie ama Elton «ma non in quel senso». Bernie si allontana con una fiamma conosciuta nel locale, Elton lo guarda. Ne guarda la felicità, il palpitante entusiasmo della novità, l'aspirazione a un sentimento a cui lui, fin da bambino, non ha mai avuto accesso, orfano di un abbraccio che, atteso ansiosamente, non è mai arrivato. Canta la felicità nelle parole di un altro, quelle stesse parole che aspirerebbe a rivolgere lui a una persona da cui essere riamato. Blue jean baby, L.A. lady, seamstress for the band/Pretty eyed, pirate smile, you'll marry a music man/Ballerina, you must have seen her dancing in the sand/And now she's in me, always with me, tiny dancer in my hand (se ne intravede qualcosa in questa breve clip).

 

Stessa canzone, situazione e contesto differenti. Mattina di post-bisboccia per gli Stillwater, la band ricalcata un po' sui Led Zeppelin e molto di più sugli Allman Brothers in Quasi famosi di Cameron Crowe. L'alcool, la droga e la festa hanno rivelato tensioni occulte e portato il gruppo al punto di rottura. Il leader, Russell Hammond (un Billy Crudup straordinariamente simile al Dickey Betts degli Allman), non è mai stato così distante dal resto della band, che lo osserva come un alieno quando sale sul pullman, ancora nudo dopo la baldoria, quasi a segnarne la frattura. Con un cortocircuito di cui è inutile spiegare ragione, origine e destinazione, Tiny Dancer parte a commento dell'inizio del viaggio. C'entra poco con la musica degli Stillwater, ma in quel momento di intimità turbata immersa in un tragitto rurale pare calzare a pennello. Ognuno pare bloccato nel suo rancore, però, quasi per smorzare tensione e monotonia, il batterista accenna a seguire il ritmo della canzone che evidentemente ascoltano anche loro, nelle immagini. Uno a uno, tutti i membri della band cominciano a cantare. In coro, accompagnati dalle onnipresenti groupies. La strofa s'ingrossa del loro canto e i piani si riempiono dei loro sorrisi. Russell, davanti a tutti, non canta ma accenna al ritmo con la testa. Poi sorride anche lui. Giro di piano, parte il ritornello ed è Russell a cantare a squarciagola, più degli altri, un'ottava più alta: Hold me closer tiny dancer/Count the headlights on the highway/Lay me down in sheets of linen/You had a busy day today (qui una clip).

 

Il gruppo è tornato unito. La ballerina è sempre la stessa, flessibile e sinuosa, pronta a tutti gli usi secondo le convenienze e le attribuzioni di senso. Un grand jeté da uno stato d'animo all'altro.