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Addio ad Angela Ricchi Lucchi

Se ne è andata oggi, all’età di 76 anni, Angela Ricci Lucchi. Nata a Lugo di Romagna nel 1942, con il marito Yervant Gianikian ha formato una delle coppie di registi più importanti del cinema europeo degli ultimi quarant’anni.

Attivi fin dalla prima metà degli anni Settanta, Ricci Lucchi, con alle spalle studi di pittura con Oskar Kokoschka, e Gianikan, origini armene e una laurea in architettura a Venezia, hanno realizzato cortometraggi, lunghi e installazioni sperimentali lavorando soprattutto con la materia concreta della pellicola e la rielaborazione artigianale del cinema delle origini, del muto e del materiale d’archivio.

Fra montaggi, ralenti, viraggi, fotogrammi rifotografati e manipolati nella durata e nello scorrimento, il cinema dei due autori ha avviato una lucida analisi dei meccanismi di produzione di senso del cinema, concentrandosi sul legame fra l’immagine e la rappresentazione della guerra, della morte, del potere e del colonialismo occidentale.

I lavori di Gianikian e Ricci Lucchi sono stati proiettati nei festival più importanti del mondo, in musei ed esposizioni presso il MoMA, la Cinémathèque française e il Centre Pompidou di Parigi e la Biennale di Venezia.

Lunga la lista dei loro capolavori, fra cui si ricordano i film dedicati al materiale della Prima guerra mondiale e racchiusi nella cosiddetta “trilogia della guerra” (Prigionieri della guerra, 1995; Su tutte le vette è pace, 1997; Oh! Uomo, 2004), Dal Polo all’Equatore (1987), realizzato rifotografando migliaia di fotogrammi provenienti dall’archivio del cineasta delle origini Luca Comerio, e i lavori dedicati al genocidio degli armeni, Ritorno a Kodorciur (1986) e Uomini anni vita (1990).

Il loro ultimo film, presentato nel 2013 al Festival di Locarno, è Pays Barbare, realizzato rielaborando immagini di repertorio sulla guerra d’Africa dell’Italia fascista.