Nicolas Bedos

Agente speciale 117 al servizio della Repubblica - Allarme rosso in Africa nera

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Terza comica avventura nata dalla riesumazione di una delle grandi spie prodotte dalla letteratura di massa. Anzi: Hubert Bonisseur de la Bath (questo l'improbabile vero nome), creato da Jean Bruce, ha cominciato le sue avventure nelle edicole e nelle librerie delle stazioni ferroviarie transalpine nel 1949, ben prima dello 007 che debutterà nel 1953. Siamo quindi davanti a un monumento insomma, ovvero un tipo quasi ideale per scaravoltare la spy story nel comico autoironico. Così, passando per Agente speciale 117 al Servizio della Repubblica Missione Cairo (2006) e Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Missione Rio (2009), entrambi diretti da Michel Hazanavicius (quello laureato con l’Oscar per The Artist e poi “massacrato” per Il mio Godard), si è arrivati al terzo capitolo diretto da Nicolas Bedos l'apprezzatissimo per La belle époque.

Siamo nel 1981 e ovviamente l'establishment francese, alla vigilia delle elezioni che porteranno il temuto “rosso” Mitterand a soppiantare Giscard d'Estaing, non può sopportare ogni perdita di influenza dalle sue ex colonie. Così, lo spocchioso conservatore (ed è un eufemismo) capo dello spionaggio francese Lesignac, recupera dall'ufficio tecnico in cui era parcheggiato a impratichirsi con diavolerie chiamate ordinateurs, l'altrettanto reazionario, ma aggiungiamoci anche stolido, superficiale, dinamico e fortunato, agente speciale OS 117 e lo affianca con la promessa dell'agenzia, il brillante, ipermoderno, metrosexual OS 1001 per lanciarli a sventare le trame di guerriglieri libertari in uno staterello africano sotto dittatura di Koudjo Bamba.

Le avventure sono pirotecniche, veloci e improbabili come del resto quelle del collega serio James Bond, ma 117 ci mette di suo una scemenza saccente (quasi alla ispettore Clouseau), un razzismo naturale ridicolmente autolesionista, una superficialità così demenziale da rasentare il sublime, che panorami esotici, gadget tecnologici d'epoca, i rituali da “generazione cocktail” sfrigolano tutti in una esuberante parodia dallo stile quasi d'epoca, citazionista e cinefila. La prospettiva comica funziona quando si tratta di sbertucciare le performance sessuali di un seduttore diventato assai poco performante o la rivalità sempre più sciocca e dannosa tra vecchio e giovane agente, un po' meno quando si vogliono aggiungere sottolineature politicamente corrette, come se il regista (che qui ha la mano meno felice di Hazanavicius) ci tenesse a far sapere che lui non la pensa come il suo personaggio. È un peccato, certo veniale perché comunque si ride più di una volta, ma non si può non domandarsi quanto più esplosivo sarebbe stato il risultato se non ci fosse l'ammiccamento moralista tanto più che Dujardin, con quell'aria naturalmente guascona, sa prendersi per i fondelli con una sensibilità da acteur consumato e raffinato che vale da solo il pezzo del biglietto.


 

Agente speciale 117 al servizio della Repubblica - Allarme rosso in Africa nera
Francia, Belgio, 2021, 117'
Titolo originale:
OSS 117: Alerte rouge en Afrique noire
Regia:
Nicolas Bedos
Sceneggiatura:
Nicolas Bedos, Jean Bruce, Jean-François Halin
Musica:
Anne-Sophie Versnaeyen
Cast:
Jean Dujardin, Pierre Niney, Natacha Lindinger
Produzione:
Mandarin Films, Gaumont, M6 Films, Scope Pictures
Distribuzione:
I Wonder Pictures

Il tempo passa, ma non per l’Agente Speciale 117. Siamo nel 1981 e la (peggior) miglior spia di Francia deve sventare un nuovo complotto internazionale. Il palcoscenico della crisi è il Continente Nero e il Presidente della Repubblica non può che affidare a lui una missione in cui ogni parola deve essere pesata e ogni gesto ponderato. Per aiutarlo a portare a termine il compito gli viene affiancato un giovane e promettente collega, l’Agente Speciale 1001.

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