Chiara Bellosi

Calcinculo

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Calcinculo, arrivato nelle nostre sale il 10 Marzo dopo essere stato presentato nella sezione Panorama dell’ultima Berlinale, è una fiaba di rinascita e di affermazione della propria identità. La quindicenne Benedetta (Gaia Di Pietro) e la giostraia Amanda (Andrea Carpenzano) sono due traiettorie esistenziali che si incontrano per caso, nella periferia di Roma, quando il luna park ambulante della seconda arriva in città.

Benedetta è una ragazza sovrappeso segregata in una vita di silenzio passata a osservare gli altri, ha una passione per il make-up e soffre di disturbi alimentari. Amanda invece è indipendente, vuole lavorare in tv ed è decisa a restituire al mondo la sua essenza più intima. Esprime sé stessa senza compromessi, insegnando a Benedetta la vertigine di poter scegliere finalmente per sé. La periferia romana tanto frequentata dal cinema, inquietantemente distorta in Favolacce e confinatoria, nichilista e straniante ne I Predatori, in Calcinculo sfuma in una ruralità abbandonata dentro cui la narrazione si trasforma in un dispositivo fuori dallo spazio e dal tempo. Il mondo contemporaneo in cui l’opera è ambientata descrive una collettività diluita, all'interno della quale l’unione tra le solitudini delle protagoniste rappresenta una deviazione dalla norma, un contatto casuale e imprevisto. La vita sociale di Benedetta si esaurisce nella compagnia di un'amica e nel rapporto con la sua chiassosa famiglia. La ragazza si fa schermo delle frustrazioni della madre e assorbe le bugie e l’infelicità del proprio contesto domestico.

La regia in interni di Chiara Bellosi è abile nel restituire – attraverso la frammentazione degli spazi – la separazione esistenziale di un’adolescente dalla sua famiglia, rendendo la casa uno spazio di impedimento all’espressione di sé. Il contesto famigliare, luogo della storia privata della giovane, è fisiologicamente colpevole di una vita data a priori, proiettata dalle aspettative dei genitori. Non è un caso se Amanda, delicatamente interpretata da Andrea Carpenzano, pur conservando una malinconia sottotestuale, irrompe nella narrazione senza un pregresso, una storia, un’origine che la spieghi e la definisca, o una casa che la ingabbi in un luogo fisso e deciso. L’incontro tra lei e Benedetta assume quindi tratti fiabeschi, a volte iperbolici nella sua linearità. Tramite Amanda, Benedetta si approprierà dello spazio esterno e sconosciuto, profanerà i percorsi preimpostati di una società binaria chiusa in vecchi schemi.

Il rifiuto di qualsivoglia categorizzazione e radicamento invece che apportare vaghezza alla storia, restituisce una sensazione di predestinazione e spontaneità al rapporto tra le due, messo in scena tramite dialoghi scarni, laconici ma che evocano un'intesa. La loro interazione sottratta nel parlato eppure così intima, nello spazio indefinito di una relazione fluida, ora spaventosa e ora dolce assumerà i tratti di una vera e propria storia di formazione, che ricorda il legame tra i protagonisti di We Are Who We Are. Come nella serie di Luca Guadagnino un’adolescenza arresa e costretta imparerà a relazionarsi con la propria immagine, intesa come attestazione della propria identità, tramite la scoperta con l’altro.

Se quello di Benedetta è un corpo in formazione, quello della madre della ragazza è un corpo negato nel suo desiderio di ballare. Al contrario, quello di Amanda, è un corpo che esalta e rispecchia il desiderio di un’affermazione del sé più intimo. La vicenda di quest'ultima è indagata forse troppo prudentemente da una narrazione che omette il privato, ma è comunque efficace nel restituire, attraverso la descrizione fisica, il sostrato identitario del personaggio. Le malinconie taciute di queste due insolite protagoniste partiranno per un viaggio che non ha l’obbligo di porsi una meta, in cui si ameranno come esseri umani, scissi da qualsiasi confinamento indentitaro. Per questi motivi, Calcinculo può essere definito un drammatico coming of age, un road movie e anche una commedia degli opposti, ma sfugge a qualsiasi categoria, mettendo in scena un legame puro e disinteressato tra due esseri umani.

Calcinculo
Italia, 2022, 96'
Regia:
Chiara Bellosi
Sceneggiatura:
Luca De Bei, Maria Teresa Venditti
Fotografia:
Claudio Cofrancesco
Montaggio:
Carlotta Cristiani
Musica:
Giuseppe Tranquillino
Cast:
Gaia Di Pietro, Andrea Carpenzano, Barbara Chichiarelli, Giandomenico Cupaiuolo, Francesca Antonelli, Alessio Praticò, Claudia Salerno, Rachele Petavrachi, Germana Petavrachi, Paola Tintinelli, Emanuele Maiorano
Produzione:
Tempesta con Rai Cinema
Distribuzione:
Luce Cinecittà

Calcinculo, film diretto da Chiara Bellosi, racconta la storia di Benedetta, una 15enne che sa come ci si sente quando la vita si trasforma in un calcinculo, dove ricevi dei colpi, ma ti sembra anche di volare. Alla giovane accade dopo l'incontro con Amanda, che la porta con sé nel suo mondo sregolato.

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