Yann Demange

Cocaine – La vera storia di White Boy Rick

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’71, il film d’esordio di Yann Demange, si apre e si chiude con l’abbraccio tra un padre a un figlio. Nel mezzo, un estenuante viaggio al termine della notte tra i vicoli di Belfast, nello sfondo di una guerra frammentata in cui il disordine regna sovrano. Per il giovane soldato inglese, protagonista del film, non c’è alcuna possibilità, né interesse, di distinguere tra buoni e cattivi; l’unico obiettivo è quello di sopravvivere per riabbracciare il proprio figlio, simbolo di una generazione dal futuro incerto e unica speranza di un futuro migliore. 

Per il suo secondo esordio, quello hollywoodiano, Demange ha scelto uno scenario altrettanto disastrato, una situazione dal futuro ugualmente compromesso: Cocaine racconta la vera storia di Richard Wershe Jr detto White Boy Rick, un adolescente bianco, che nella Detroit di metà anni ’80, divenne un informatore sotto copertura dell’FBI e al contempo si affermò come spacciatore di alto rilievo. I federali posero fine alla sua doppia vita quando, qualche anno più tardi, venne trovato con 8kg di cocaina. Passò il resto della sua vita in prigione, diventando il detenuto non violento di più lunga reclusione nella storia del Michigan.

In entrambi i film, i figli sono dipinti da Demange come vittime di un sistema sociale corrotto che sfrutta i deboli senza alcuna remora morale, pedine sacrificabili in un gioco troppo grande per loro. La differenza, in questo caso, viene fatta dai padri, incaricati di garantire un futuro anche laddove sembra impossibile. Da una parte abbiamo il protagonista di ’71 che con un gesto semplicissimo, come una stretta al petto, esprime con forza disarmante una sensazione di presenza e protezione inattaccabili anche in uno scenario di guerra a cielo aperto. Dall’altra, un piccolo trafficante di armi – interpretato da un Matthew McConaughey perennemente sopra le righe – che sogna di aprire una videoteca senza avere un dollaro, che pensa di essere un leone, ma è soltanto un agnello.  

In un clima sociale devastato dalla crisi economica, dove la cocaina che dà il titolo (italiano) al film iniziava a circolare in maniera totalmente incontrollata, un ragazzino di quattordici anni – perfettamente consapevole di avere un padre fallito e una sorella tossicodipendente – prova ad uscire da un destino già scritto. Lo fa senza avere un punto di riferimento, senza nessuno che gli insegni a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. E in un quartiere composto unicamente da neri, “White Boy Rick” riesce pian piano a guadagnarsi il rispetto dei criminali e della polizia, rimanendo però poi fregato da entrambi. 

Demange segue i quattro anni – dal 1984 al 1987 – di ascesa e caduta di Rick con uno stile molto distaccato dagli eventi raccontati, che non enfatizza mai i momenti emotivamente più tesi o intimi. E così non c’è differenza tra una lite, una sparatoria o un momento d’amore; non c’è soluzione di continuità tra un dialogo con l’FBI, la scoperta di essere diventato padre e il preparare delle buste di cocaina. Tutto è appianato sullo stesso livello, per un’esistenza che non può riconoscere una via alternativa ad un futuro già scritto. E così, alla macchina da presa elettrica ed emotivamente coinvolta di ’71, troviamo in Cocaine un approccio molto più freddo e analitico

Per una narrazione che vuole concentrarsi esclusivamente sul dramma personale del protagonista, senza cercare mai di ampliare il discorso, quella di Demange risulta una scelta stilistica che da un certo punto di vista azzeccata per trasmettere una certa idea di mondo, ma che in fin dei conti finisce col soffocarne il respiro tenendo lo spettatore fin troppo distante dalla narrazione

Cocaine – La vera storia di White Boy Rick
Usa, 2018, 111'
Titolo originale:
White Boy Rick
Regia:
Yann Demange
Sceneggiatura:
Andy Weiss, Logan Miller, Noah Miller
Fotografia:
Tat Radcliffe
Montaggio:
Chris Wyatt
Musica:
Max Richter
Cast:
Bel Powley, Brian Tyree Henry, Bruce Dern, Eddie Marsan, Jennifer Jason Leigh, Matthew McConaughey, Piper Laurie, Richie Merritt, RJ Cyler, Rory Cochrane
Produzione:
LBI Productions, Protozoa Pictures, Studio 8
Distribuzione:
Sony Pictures Italia, Warner Bros. Pictures Italia

Detroit, 1984: l'adolescente Rick vive con il padre, un piccolo trafficante di armi che sogna di aprire una videoteca, da quando la madre e la sorella maggiore se ne sono andate di casa. Vendendo armi a basso prezzo, Rick si guadagna il rispetto delle bande di criminali del quartiere e, in un mondo composto unicamente di neri, diventa per tutti "White Boy Rick". Ricattato dall'FBI, che avrebbe le prove per incriminare il padre, Rick accetta suo malgrado di fare l'informatore e contribuisce a smantellare una rete di spacciatori e poliziotti corrotti che arriva fino all'ufficio del sindaco. Quando però comincia a spacciare per conto proprio viene arrestato e condannato all'ergastolo, nonostante la giovane età e il lavoro svolto fino a quel momento per le autorità.

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