Paul W.S. Anderson

Don't look. Look at me

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Scomodare Žižek per un film di Paul W. S. Anderson è quanto meno audace. Eppure mi tornano in mente le sue riflessioni sugli attentati dell’11 settembre, davanti all’inevitabilità estatica del guardare la catastrofe dispiegata così insistentemente in Pompei.

Se è vero che, come scrisse il teorico sloveno citando prodotti come Indipendence Day e Matrix, in qualche maniera la vera sorpresa sconvolgente fu che l’America ottenne ciò che il suo immaginario cinematografico aveva sempre fantasticato, nel cinema hollywoodiano l’irresistibilità del disastro funziona ancora. E se ovviamente dopo quasi tre lustri parlare ancora di Reale e Iperrealtà applicati alla mediazione massmediatica può apparire un po’ fuori tempo, questo sandalo-catastrofico (che non è un blockbuster, non ha alle spalle una major e non offre nessuna star di grande richiamo) ribadisce di nuovo che l’Apocalisse (anzi, la fine del mondo, forse) è un’immagine talmente seducente che non le si può resistere.

A meno che. «Don’t look», sussurra lo schiavo gladiatore Milo alla ricca Cassia in un abbraccio; «Look at me». E l’amore trionfa.

La solita morale di Hollywood? Mica tanto. In un film di serie B senza una goccia di sangue (è un PG-13) e se dio vuole sufficientemente corto (98 minuti, quasi un miracolo), che ricostruisce da par suo (cioè, secondo la rozzezza più disimpegnata e grossolana) l’eruzione del Vesuvio che nel 79 d.C., il 24 agosto, seppellì letteralmente ogni cosa, i personaggi subiscono apertamente l’incanto della devastazione. Guardano rapiti le crepe che squarciano la città, il vulcano che sputa, vomita, esplode; guardano rapiti la nuvola di cenere gigantesca che rabbuia il cielo e che assume quasi le forme di un fungo atomico, la lava che inonda, i lapilli sparati come meteore; sono sopraffatti dallo stupore di fronte allo tsunami. E così muoiono: contemplando la rovina assoluta.

Però c’è un’idea, forse involontaria, ma non per questo meno interessante, che vi sta alla base e che mi sembra oggi importante: dopo tutto questo guardare, distogliere lo sguardo dall’orrore per riporlo sulla persona amata è possibile. Non guardare: guarda me. È un gesto, un movimento, un esercizio di fatica (staccare gli occhi dalla propria sventura non è semplice, se essa è così bella) che mi piace e che vorrei vedere (guardare!) di più, al cinema. Non certo per celebrare il buonismo o un paio di sentimenti da mercato, ma per evitare il vizio del cinismo e del nichilismo asfittico, per allontanare il piacere dello sconforto e del lamento.

All’indomani di cotanta ebbrezza visiva nutrita di macerie sul nascere, dopo l’incalcolabile oscenità che non riusciamo a evitare (di vedere, di capire, di elaborare) di The Act of Killing, non posso non gradire un film, per altri versi trascurabile, che sceglie infine di estraniare la traiettoria del proprio sguardo sulla distruzione, riposizionandolo altrove. Alla larga però dalla sindrome dello struzzo: Pompei non insabbia lo spettacolo, ma lo ridireziona sull’oggetto del cuore. Il quale, peraltro, può essere e rappresentare ciò che più ci piace e preferiamo.

Eroismo? Non m’importa. Però se ci interessa davvero andare ancora al cinema, m’importa eccome di rintracciare di nuovo anche soltanto una scintilla (un piccolo lapillo) di pensiero per me poco scontato (nel contesto). Che questo mi giunga da un prodotto qualunque di un’industria di plastica non è un paradosso né un controsenso, ma un servizio ritrovato e sempre benvenuto.

 

Pompei
Usa, Germania, 2014, 105'
Titolo originale:
Pompeii
Regia:
Paul W.S. Anderson
Sceneggiatura:
Janet Scott Batchler, Lee Batchler, Julian Fellowes, Michael Robert Johnson
Fotografia:
Glen MacPherson
Montaggio:
Michelle Conroy
Musica:
Clinton Shorter
Cast:
Joe Pingue, Ben Lewis, Alain Moussi, Melantha Blackthorne, Sasha Roiz, Paz Vega, Kit Harington, Carrie-Anne Moss, Emily Browning, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Jessica Lucas, Jared Harris, Kiefer Sutherland, Rebecca Eady, Jean Frenette, Currie Graham, Ron Kennell, Jean-Francois Lachapelle
Produzione:
FilmDistrict, Don Carmody Productions, Constantin Film Produktion
Distribuzione:
01 Distribution

79 d.C. Pompei. Un giovane schiavo venduto come gladiatore combatte per la sua sopravvivenza nell’Arena e per l’amore di una giovane nobile. Ma una potenza superiore cambierà tutto.

 

 

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