James Gunn

I Guardiani della Galassia

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Un’auto decappottabile sfreccia a tutta velocità attraverso una di quelle strade infinite della provincia americana. Alla guida un Kurt Russell ringiovanito digitalmentente, entusiasta di rivivere il proprio tempo: gli anni ’80. È da lì che viene lui; è da lì che nasce il suo mito; ed è proprio lì che questo esploratore intergalattico decide di instillare un seme, una parte di sé, capace, in un giorno futuro, di fagocitare l’intero pianeta: da quel momento nasceranno un’idea di cinema e un’idea di musica che ancora (e soprattuto) oggi ritroviamo con sempre maggior insistenza in moltissimi prodotti culturali; è lì che sono nati Star Lord e i suo mitici Awesome Mixes. È da lì che vengono i Guardiani della Galassia;  è da lì che viene (il cinema di) James Gunn. Dagli anni ’80

Non è di certo un caso che questo secondo capitolo si apra con il ricordo di un padre; perché è proprio su questo che ragiona il film di Gunn: sui rapporti tra padri e figli, sui legami di sangue e di amicizia; su cosa sia un modello e cosa significa seguirlo; su cosa vuol dire abbandonarlo e capire quand’è arrivato il momento di prendere la propria strada. E non importa che il padre sia un uomo, un alieno blu, un dio o un modello culturale: tutti ne hanno uno - tutti se ne scelgono uno - e di quello cercano l’emulazione. Perché lo ammirano e lo stimano; perché da lui vogliono imparare. 

È evidente come il primo capitolo dei Guardiani, alla fin fine, sia una semplice riproposizione "del proprio padre" ovvero proprio degli anni ’80 ; uno sfruttamento di un immaginario culturale a tratti furbetto, efficacemente ideato per smarcarsi in maniera decisa dall’uniformità seriale del Marvel Cinematic Universe. Non è ancora tempo di allontanarsi da un padre che chiede al proprio figlio di non crescere, di continuare a seguire le sue orme, di continuare ad imitarlo (lo dice Cat Stevens in Father and Son: «It's not time to make a change / Just relax, take it easy / You're still young, that's your fault / There's so much you have to know»; a volerla leggere in questo modo, è proprio fra questi versi che si colloca la nostalgia di Stranger Things & Co.). 

Ma James Gunn - figlio - è cresciuto. Come tutti sta cercando una propria strada, un proprio posto nel mondo. È tempo di fare le valigie e allontanarsi dal padre, è tempo di riconoscere il fatto che gli anni '80 sono sì un modello (e un fardello) importante da portarsi appresso, ma che prima o dopo, volente o nolente, bisognerà abbandonare. Bisognerà andare avanti (ancora Cat Stevens: «Now there's a way / and I know that I have to go away / I know I have to go».) Ed ecco che questo Vol.2 dimostra - mantenendo sempre intatta la propria anima fracassona, cazzara e borderline - di aver effettivamente qualcosa da dire, di avere una propria identità: di avere il coraggio di abbandonare i propri padri e i propri modelli per raccontare qualcosa di nuovo. E il “nuovo” che ci regala il film di James Gunn - che ci regalano Star Lord, Gamora, Drax, Rocket, Baby Groot e Yondu - è l’idea di una famiglia allargata e scanzonata, che rifiuta i modelli, che si oppone continuamente allo status quo, alle regole, alle imposizioni e al conformismo. Un’idea di famiglia che è un gruppo, un insieme di persone legate da qualcosa di più forte di un legame di sangue: dalla pura e semplice scelta di stare insieme. Ed è per questo che sono dei personaggi che funzionano; che sono capaci di farti scoppiare a ridere con battute grossolane e qualche istante dopo commuoverti fino alle lacrime. È un’idea di mondo e di famiglia che se vogliamo allontana ancor di più questo gruppo dagli altri film della Marvel, avvicinandolo, invece, a quello di un’altra saga che meglio di altre è riuscita a raccontare gli anni in cui viviamo: non sarà di certo un caso che sia proprio Vin Diesel a pronunciare la frase cult “I’am Groot”.

 

Guardiani della Galassia Vol. 2
Usa, 2017, 137'
Titolo originale:
Guardians of the Galaxy Vol. 2
Regia:
James Gunn
Sceneggiatura:
James Gunn
Fotografia:
Henry Braham
Montaggio:
Craig Wood, Fred Raskin
Musica:
Tyler Bates
Cast:
Bradley Cooper, Chris Pratt, Dave Bautista, Karen Gillan, Kurt Russell, Michael Rooker, Pom Klementieff, Sylvester Stallone, Vin Diesel, Zoë Saldaña
Produzione:
Marvel Studios
Distribuzione:
Walt Disney Studios Motion Pictures

Il sequel dell'originale cinecomic diretto da James Gunn. Una nuova avventura - sempre più pop, vintage, rivolta agli anni 80 - che vede il gruppo di eroi atipici e alieni singolari, tuffarsi in una nuova avventura per scoprire l'identità del padre di Peter Quill/Star-Lord, lo spavaldo ladro spaziale incastrato suo malgrado nel ruolo di leader della sgangherata banda.

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