Jess Peretz

Juliet, Naked

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È senz'altro interessante il modo in cui Juliet, Naked ripropone con attenzione filologica un modello di commedia romantica principalmente inglese, in voga ormai vent'anni fa. Il film tratto da Nick Hornby (ma soprattutto prodotto da Judd Apatow) rifiuta apertamente i modelli impostisi in questi anni sul genere (diventato nel frattempo progressista, inclusivo, fondamentalmente “moderno”) e prova a riesumare per un pubblico americano il format di una presunta “golden age” della rom-com britannica (i mitici film scritti da Richard Curtis, e dallo stesso Hornby), come se About a Boy o Notting Hill fossero usciti l'anno scorso. Un'operazione in fondo perfettamente sensata: per quanto geograficamente lontani, Hornby e Apatow sono stati per un breve periodo le firme più rappresentative del sottogenere in questione; accomunati da punti di riferimento storici (Nora Ephron, i tormenti della middle class benestante angolofona), i due si sovrappongono in maniera impeccabile con Juliet Naked. Discutibile semmai è se, nel 2019, le loro modalità siano ancora quelle giuste.

Rispetto al boy-meets-girl classico, la storia di Juliet Naked fornisce più di uno spunto comico interessante. Nonostante la concezione del romanzo risalga all'ormai lontano 2009 (da cui il film eredita qualche ingenuità, principalmente nella descrizione della comunicazione social), alcuni spunti marginali bastano a dare una certa freschezza al prodotto. Il triangolo protagonista trova inizialmente Duncan (Chris O'Dowd), professore universitario, e Annie (Rose Byrne), impiegata in un museo, impegnati in una pigra relazione in una cittadina sulla costa inglese. Hanno quarant'anni, sono colti, borghesi, apparentemente felici con una vita senza matrimonio e senza figli. Duncan, nel molto tempo libero, cura un blog dedicato alla figura di Tucker Crowe: una sorta di simil-Jeff Buckley, auture di un unico album grunge-melodico (“Juliet”) inciso nel 1993, oggi scomparso nel nulla. Dell'oscuro musicista sembra importare poco a nessuno, Annie inclusa, ma per Duncan è praticamente l'unica ragione di vita. Il fattore di sconvolgimento si manifesterà all'arrivo in casa di un pacco misterioso. Si tratta di “Juliet Naked”: una raccolta di introvabili b-sides e memorabilia del disco uscito venticinque anni prima. A mandarle è stato lo stesso Crowe (Ethan Hawke, in una non entusiasmante imitazione del Dude di Jeff Bridges); riemerso dal Midwest americano dove si è ritirato, ha da tempo rifiutato il passato da rockstar, vivacchia in una fattoria e ha figli sparsi per il mondo con cui è ansioso di ricostruire un rapporto. Vuole conoscere il suo fan numero uno, ma il suo interesse si concentrerà soprattutto su Annie.

Il quantitativo di professionisti coinvolti in Juliet Naked rende praticamente impossibile lamentare al film carenze tecniche. A onor del vero, l'apporto di Hornby è limitato al materiale di partenza: a condurre l'adattamento, l'ineffabile Apatow ha radunato un team di campioni di scuola hollywoodiana, che include la sceneggiatrice Tamara Jenkins (A Private Life) e il factotum televisivo Jesse Peretz (Girls). Di Hornby e della rom-com ingelse cui si rifà, in reatà in Juliet, Naked restano giusto i riferimenti iconografici: la coppia upper class, la Londra pastello, i problemi di cuore, tutto l'immaginario fatto di sport, classic rock e bar karaoke dove cantare Waterloo Sunset. Un mondo che i numerosi amanti di Nick Hornby conoscono bene, e che qui ritroveranno con precisione impeccabile.

Ma gli sviluppi, i caratteri e il tono complessivo di Juliet Naked è al 100% Apatow Productions. Non stupisce affatto che il produttore americano abbia scelto proprio questo libro per tendere un ponte al collega europeo. Apatow ha costruito negli anni una precisa, discutibile (e discussa) poetica, sintetizzabile alla buona come “commedia conservatrice”: un'intera filmografia basata sulla propaganda a favore dei modelli familiari tradizionali, e sulla costante derisione delle politiche emancipatorie femminili. Personaggi che rifiutino i sacramenti del matrimonio e della maternità vengono regolarmente rappresentati come patetici e depressi, e i due liberal protagonisti di Juliet Naked servono perfettamente allo scopo: essere presi in giro, e “pentirsi”. Un'idea di rom-com oggi sempre più marginalizzata, e che anche agli occhi del pubblico sembra aver fatto il suo tempo.

Al netto di un complessivo tradizionalismo di fondo, stilistico ancor prima che tematico, gli elementi più interessanti di Juliet Naked vanno cercati nei dettagli, tra le righe della piuttosto dimenticabile storia d'amore che racconta. Mentre i due veri protagonisti sono impegnati in una love story di routine (lei, la donna senza figli e pertanto “incompleta” e patologicamente infelice; lui, il maschio frivolo con un vuoto affettivo dentro), le intuizioni migliori riguardano il personaggio di Chris O'Dowd. Duncan rappresenta alla perfezione (con il solito tono ovviamente derisorio) un'originale parodia del moderno “creativo” quarantenne, tutto cultural theory e serie HBO, che venera icone pop giovanili attraverso carbonari culti social. È lui che regala al film i suoi guizzi migliori, e attorno a lui si sviluppa il tema più interessante del film: il rapporto conflittuale di fuirtore e creatore nei confronti dell'opera. “Juliet” è un capitolo da dimenticare nella vita di Crowe, ma per Duncan semplicemente significa tutto. Un po' quello che gli autori di Juliet Naked penseranno di Love Actually, e altri vecchi film da tempo giustamente superati. L'operazione recupero e ibridazione della rom-com USA-UK è gradevole, ma consapevolmente fuori tempo massimo.

Juliet, Naked – Tutta un'altra musica
Gran Bretagna, 2018, 105'
Titolo originale:
Juliet, Naked
Regia:
Jess Peretz
Sceneggiatura:
Evgenia Peretz, Jim Taylor, Tamara Jenkins
Fotografia:
Remi Adefarasin
Montaggio:
Robert Nassau, Sabine Hoffman
Musica:
Nathan Larson
Cast:
Chris O'Dowd, Ethan Hawke, Jimmy O. Yang, Lily Newmark, Megan Dodds, Rose Byrne
Produzione:
Judd Apatow
Distribuzione:
Bim

Juliet, Naked racconta la storia di Annie che vive da tempo una relazione con Duncan, fan ossessivo dell’oscura rockstar Tucker Crowe, svanito nel nulla. Quando Crowe ricompare, la vita di Annie e Duncan arriva a una svolta inaspettata.

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