Sam Levinson

Malcolm & Marie

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Viene da chiedersi quanti nei mesi scorsi abbiano strappato copioni, scritto e riscritto pagine, rimosso idee prima ancora di metterle su carta per paura che sarebbero state irrealizzabili sia a breve che lungo termine. Se la pandemia ha ridefinito i nostri orizzonti di senso e pensiero facendoci fare esperienza di una crisi che potevamo guardare solo da lontano, sbiadita, disseminatasi nei soli schermi, presi com’eravamo dalla nostra vita senza trauma - parafrasando Daniele Giglioli - il cinema ha di conseguenza dovuto cambiare pelle e accettare una nuova identità. E realtà. Tom Cruise non s’è dato vinto e ha imperversato indefesso nel suo cinema d’azione e inseguimenti. Steven Soderbergh ha girato in quindici giorni il suo ultimo film Let them talk su una nave da crociera, con un cast e una troupe limitatissime. Costretto a fermare la produzione della seconda stagione di Euphoria, Sam Levinson ne ha fatto rivivere umori e conflitti buttando giù in pochi giorni il copione di una puntata speciale dedicata alla protagonista Rue/Zendaya: una tavola calda, serratissimi campi contro-campi e un dialogo intimo i cui esiti risuonano forti e vividi oltre i confini dell’inquadratura. 

Levinson parte da un particolare, e cioè l'esperienza della tossicodipendenza di Rue, per parlare di vita vera, amore, relazioni, tempo. E lo fa sinceramente e senza giudizio. Lo stesso non si può dire di Malcolm & Marie, anch’esso pensato e girato da Levinson l’estate scorsa riducendo il cast al minimo, con Zendaya e John David Washington, dove la ricerca della "verità" del sentimento viene scongiurata da un'estetica, scrittura e performance fin troppo impostate. Bastano pochi minuti a far implodere la coppia. Quando Malcolm torna a casa dopo l’anteprima del suo nuovo film l’unica cosa che vuole è festeggiare con Marie. Marie è scontrosa perché dopo aver ringraziato i suoi agenti, attori e collaboratori, Malcolm ha dimenticato di ringraziare proprio lei. Per lui è stato un piccolo errore su cui non vale la pena soffermarsi che diventa però il pretesto per sviscerare le zone d’ombra dell'intera relazione.

Nelle prime battute di Malcolm & Marie riecheggia Cassavetes. Levinson evoca le liti furibonde dei due “attori” di La sera della prima e i contraccolpi emotivi di Una moglie e un certo stile in cui sono il movimento dei corpi e l’incresparsi dei volti dei due interpreti a definire e guidare l’andirivieni della macchina da presa tra le stanze della casa. L’incontro-scontro con il sottosuolo e la ricerca dell’intimità corrosiva che accompagna il dispiegarsi delle sequenze iniziali si dileguano poco dopo dietro una scrittura che da caustica e autentica diventa estremamente artificiosa con la tenzone sfibrante tra i due che guarda non più alla crisi di coppia ma alla condizione in cui versa l’industria cinematografica (e culturale) oggi. Malcolm si lamenta che il suo film sia stato “politicizzato” e le sue parole si scagliano contro i critici che riducono la complessità di un testo filmico – qui a parlare è sicuramente Levinson - a una deposizione di cui devono per forza risolvere l’impasse ermeneutica, quando invece basterebbe accoglierne il mistero.

I continui passaggi dalla dimensione privata a quella pubblica sono condotti con fatica e il ritmo jazzistico dei primi minuti perde di intensità. I dialoghi non reggono la plurivocità cui la scrittura del cineasta americano mira e ad affievolirsi sono la il potenziale immersivo della storia (i riferimenti alla contemporaneità che rendono sempre più difficoltosa l'immedesimazione, il portato universale, mancante, di una vicenda privata e dei suoi riverberi, come invece vediamo in Euphoria) oltre che la tensione e i picchi drammatici del film che mal si sposano con la distensione degli esigui momenti di quiete. In questo modo, la riflessione su di sé e sul significato di un rapporto corrotto dall’asfissia delle mura domestiche in cui versa il mondo tuttora – e che presumibilmente Levinson, coadiuvato nell'ideazione della storia da Zendaya, ha voluto tematizzare - viene opacizzata dal tentativo di far collimare il racconto di una "semplice" storia sull’amore con (approssimative) istantanee rivolte al panorama socio-culturale attuale. 


 

Malcolm & Marie
Usa, 2020, 106'
Titolo originale:
Malcolm & Marie
Regia:
Sam Levinson
Sceneggiatura:
Sam Levinson
Fotografia:
Marcell Rév
Montaggio:
Julio Perez IV
Musica:
Labirinth
Cast:
John David Washington, Zendaya
Produzione:
Little Lamb
Distribuzione:
Netflix

La serata tra il regista Malcolm e la fidanzata Marie prende una piega inattesa quando rientrano a casa dopo l’anteprima del suo film. Mentre aspettano le recensioni della critica, emergono rivelazioni sul loro rapporto che mettono alla prova l’amore della coppia.

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