Mounia Meddour

Non conosci Papicha

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Accolto favorevolmente a Cannes, dove era stato presentato nella sezione Un certain regard, premiato come Miglior opera prima ai César dello scorso febbraio, dove ha battuto i favoriti I miserabili e Atlantique, Non conosci Papicha di Mounia Meddour (dal 18 dicembre disponibile on demand su Sky Primafila, Apple Tv, CG Digital, Chili, Google Play, Infinity, Rakuten Tv, Tim Vision, MioCinema e #iorestoinsala) è una delle opera algerine più importanti e viste degli ultimi anni, censurato in terra araba, oggetto di pirateria e condivisione sotterranea da parte di molti dei giovani algerini per cui è stato in buona parte pensato.

La sua straordinaria protagonista Lyna Khoudri, anche lei premiata ai César come miglior attrice emergente, regala al film la sua energia, un volto da bambina da cui sgorga una determinazione da guerriera. È lei la Papicha del titolo, soprannome che nello slang di Algeri indica una donna libera e dinamica, che ama curare il proprio aspetto tra trucco e vestiario. Del resto i vestiti e lo stile sono la passione di Nedjma, nome di battesimo di questa ragazza ventenne che brilla di talento per la moda e studia nell’università di metà anni ’90, mentre tutt’attorno l’Algeria affronta il cosiddetto décennie noire, la guerra civile scatenata da milizie terroristiche appartenenti a diverse frange del fondamentalismo islamico.

Molte delle amiche di Papicha vedono l’Algeria dei loro studi universitari come una grande sala d’attesa, una patria mancata e già perduta da cui andarsene il prima possibile. Nel frattempo, però, le ragazze sperimentano le luci dei locali e le conoscenze notturne, sfuggendo al coprifuoco del dormitorio in cui vivono e soprattutto alle pressioni della crescente marea fondamentalista, anche quando a promuovere l’ideologia deviata sono altre giovani donne come loro, già avvolte negli scuri niqāb e decise a soffocare ogni libertà di pensiero e interpretazione religiosa.

Più ancora delle amiche, la battagliera Papicha pensa che si debba rispondere al terrore con l’indifferenza, la leggerezza, con la costante voglia di vivere, e così continua a immaginare e disegnare abiti, a uscire per divertirsi e ballare, a organizzare sfilate e gesti di indipendenza femminile, combattendo a colpi di rossetto, orecchini, gonne e ricami eleganti. Perché il corpo è sempre fronte di resistenza, e in quanto tale può farsi sovversivo e libero.

«Liberamente ispirato a fatti reali», Non conosci Papicha nasce dai ricordi della stessa Mounia Meddour, classe 1978, che assieme alla famiglia fu costretta diciottenne a trasferirsi in Francia. Il padre Azzedine Meddour, anch’egli regista e attivista (il suo La montagne de Baya fu presentato a Venezia nel 1997), finì infatti nel mirino dei terroristi, ed è a quell’adolescenza strappata che si rifà Meddour, affrontando il ricordo con il filtro della finzione dopo anni di attività giornalistica e cinema documentario.

Il risultato è un’opera prima solida e matura, un racconto capace di rievocare il clima cupo del periodo ma anche l’entusiasmo e la determinazione di chi quei giorni li visse senza arrendersi all’idea di trasformare e mutilare la propria vita. Nel film funziona bene l’escalation di terrore (compresi certi momenti sorprendenti e disturbanti in cui Meddour sfiora la tensione del cinema di genere), anche se a restare nella memoria sono soprattutto la determinazione e la purezza giovanile delle protagoniste. È su di loro, sui loro corpi e sui loro volti, che la macchina da presa si sofferma, con immagini che parlano la stessa lingua di movimento ed energia, tra elaborazioni autobiografiche, intenti didattici e simbolismi.

Papicha, che al contrario dei coetanei non vuole abbandonare il paese, basa tutto il suo lavoro sull’hàik, la tradizionale veste femminile in cotone delle genti berbere, che si trasforma in tanti abiti diversi rispondendo al tessuto nero e opprimente del niqāb. Un modo gioioso di rivendicare la tradizione, ripensandola in gesti di rivoluzione e lotta e facendola idealmente dialogare con l’attuale movimento dell’Hirak, nato nel febbraio 2019 contro una nuova candidatura del presidente Abdelaziz Bouteflika e portato avanti dai giovani che non hanno conosciuto gli orrori del decennio nero e oggi scendono in piazza per la “rivoluzione del sorriso”.

Non conosci Papicha
Algeria-Francia , 2019, 105'
Titolo originale:
Papicha
Regia:
Mounia Meddour
Sceneggiatura:
Mounia Meddour
Fotografia:
Léo Lefèvre
Montaggio:
Damien Keyeux
Musica:
Robin Coudert
Cast:
Lyna Khoudri, Shirine Boutella, Amira Hilda Douaouda, Yasin Houicha, Zahra Manel Doumandji, Marwan Zeghbib, Aida Ghechoud, Nadia Kaci
Produzione:
The Ink Connection, High Sea Production, Tayda Film
Distribuzione:
Teodora Film

Algeria anni 90, la giovane Nedjma , soprannominata “Papicha”, studia francese all’università e sogna di diventare stilista. La sua vita è sconvolta da un’ondata di fondamentalismo religioso che precipita il paese nel caos. Determinata a non arrendersi al nuovo regime, Nedjma decide di organizzare con le compagne una sfilata dei suoi abiti, che diventerà il simbolo di un’indomita e drammatica battaglia per la libertà.

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