Baltasar Kormákur

Resta con me

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Non è la prima volta che Baltasar Kormákur si cimenta con le sfide del mare. Già qualche anno fa, nel 2012, aveva raccontato in The Deep l’incredibile storia di un pescatore, unico sopravvissuto dell’equipaggio di un peschereccio naufragato nelle gelide acque dell’Oceano Atlantico al largo della costa islandese. Un miracolo, disse qualcuno, poiché raggiungere la riva, come fece quell’uomo, dopo sei ore di nuoto e senza morire di ipotermia, va contro ogni legge della natura umana.

Forse qualcosa di miracoloso c’è anche nella vicenda, altrettanto vera, accaduta a Tami Oldham nel 1983, giusto un anno prima degli eventi del pescatore islandese, e raccontata da Kormákur in Resta con me. Al momento della disgrazia, la Oldham era una ventiquattrenne californiana, hippie con la passione del mare e l’ambizione di girare il mondo. Mentre si trovava a Tahiti conobbe Richard Sharp, un lupo di mare di qualche anno più grande di lei che con la sua barca a vela, costruita con le proprie mani, stava salpando gli oceani guidato dallo stesso sogno. Fu amore a prima vista. Durante la traversata dell’Oceano Pacifico per portare fino in California l’imbarcazione di una ricca famiglia inglese (una deviazione di percorso a fronte di un lauto guadagno che avrebbe permesso alla coppia di proseguire nel loro viaggio), i due giramondo si imbatterono in un violento uragano. Sharp venne risucchiato dai flutti, mentre la Oldham sopravvisse per 41 giorni a bordo dei resti del vascello alla deriva fino a quando non raggiunse le Hawaii dove venne tratta in salvo.

Stando ai giornali dell’epoca, riportati in coda al film a sottolinearne la veridicità dell’assunto, la giovane donna dichiarò di essere riuscita a sopravvivere da morte certa grazie alla voce del suo fidanzato che da lassù l’ha spronata a non mollare. Ed è proprio intorno a questo particolare aneddoto, giustificabile dalle condizioni estreme in cui si venne a trovare la Oldham, che il regista di Everest (altra pellicola che mescolava istinto di sopravvivenza e romanticismo) costruisce la struttura del suo film. Sola e in mezzo all’infinita distesa d’acqua, infatti, la Oldham, interpretata da una convincente Shailene Woodley, viene sopraffatta dalle allucinazioni, esattamente come Sharp, che ha il volto di Sam Claflin, presagisce con nonchalance nella scena della cena romantica sottocoperta, quando descrive alla ragazza da poco conosciuta gli aspetti negativi del navigare in solitaria.

Ed è proprio qui che si annidano, fondamentalmente, i limiti di Resta con me, nel complesso non un brutto film, più convincente de Il mistero di Donald C., ma mai all’altezza del rigore e della compostezza di All Is Lost - Tutto è perduto – per citare due titoli recenti simili –, e nemmeno del già citato The Deep, che forse ha goduto di una maggior libertà creativa. Per quanto Kormákur dimostri ancora una volta di essere un eccellente orchestratore di scene d’azione, la scelta di imperniare tutto il film sulla costante alternanza dei momenti che precedono il naufragio (destinati alla love story) e di quelli che lo seguono (incentrati sulla strenua lotta per la sopravvivenza), finisce per indebolire le aspettative e la tensione, in favore di una formula fin troppo convenzionale, programmatica e rassicurante. È un peccato, perché ora della fine, l’impressione che ne deriva è che al regista e ai suoi sceneggiatori interessasse di più l’effetto a sorpresa di un inutile colpo di scena già debole in partenza, piuttosto che la forza di tutta la storia che ci sta intorno.

Resta con me
Usa, 2018, 93'
Titolo originale:
Adrift
Regia:
Baltasar Kormákur
Sceneggiatura:
Aaron Kandell, David Branson Smith, Jordan Kandell
Fotografia:
Robert Richardson
Montaggio:
John Gilbert
Musica:
Volker Bertelmann
Cast:
Elizabeth Hawthorne, Grace Palmer, Jeffrey Thomas, Kael Damlamian, Sam Claflin, Shailene Woodley, Siale Tunoka
Produzione:
RVK Studios, STX Entertainment
Distribuzione:
01 Distribution

Tami Oldham e il suo fidanzato Richard Sharp sono giovani, innamorati e sognano una vita di avventure insieme. Salpati da Tahiti per portare un'imbarcazione fino in California, ma nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico sono investiti da un uragano. Tami perde i sensi e al risveglio trova la barca distrutta e Richard scomparso. Senza alcun mezzo di comunicazione e lontana settimane di navigazione dal porto più vicino, Tami deve provare in tutti i modi a sopravvivere.

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