Pif (Pierfrancesco Diliberto)

Romanzo di formazione civile (furbetto)

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Pif, il personaggio televisivo, ex Iena e adesso Testimone di MTV, si è inventato una forma di racconto per immagini non male: dimostrando di saper sfruttare a proprio vantaggio tutti gli ammiccamenti del vivere e sentire giovane (tempi incalzanti, occhi fissi di fronte all'obiettivo, camera a mano e zoom sul centro dell'attenzione) compone dei quadretti avvincenti, mettendo in mostra un punto di vista lucido quanto auto-compiaciuto della propria lucidità su diversi argomenti, focalizzandosi spesso su piccole realtà o grandi personaggi, interrogandoli senza prepotenza e sempre con il contemporaneo gusto di interrogarsi insieme a loro.

Questo fa Pif in televisione, ed il risultato è, quasi sempre, molto convincente. Ma il cinema non è proprio la stessa cosa, e Pif, senza dubbio, lo sa. La mafia uccide solo d'estate riesce perfettamente nell'intento di trasferire il mood del format tv de Il Testimone nella “forma film”, avvalendosi di una sceneggiatura furbetta, azzeccando la caratterizzazione di molti personaggi, assestando qua e là qualche piccolo colpo di genio (la fascinazione del protagonista ragazzino, Arturo, per il presidente del consiglio Giulio Andreotti, l'intervista del novello reporter al giudice Dalla Chiesa), ma rimane nei confini molto ristretti di un cinema stiracchiato, l'evocazione di un altro mezzo usato con lo stesso fine, e la traslazione funziona come un sussulto abbozzato che più di tanto non vola.

La vicenda di Arturo, uno squisito romanzo di formazione e di progressivo allontanamento dall'idea che la mafia sia soltanto la mala interpretazione di una serie di delitti passionali e uccida solo d'estate, è costellata di buone trovate ed è filologicamente esatta nel suo ripercorrere le tappe salienti della tragedia civile che ha devastato la Sicilia e l'Italia tutta negli anni '80 e '90.

Ma, anche se mostra una certa timida dimestichezza con il mestiere (è stato aiuto-regia, tra gli altri, di Marco Tullio Giordana) ed è animato da un sincero impeto civile, Pif si ferma alla bozza, molto probabilmente perché incapace di essere altro da quello che semplicemente è: una persona molto intelligente a cui piace raccontare quello che vede, aggiungendo alle immagini, specchio casuale del mondo che incontra, il proprio, seppur sentito, commento. E niente di più.

 

 

La mafia uccide solo d'estate
Italia, 2013, 90'
Titolo originale:
id.
Regia:
Pif (Pierfrancesco Diliberto)
Sceneggiatura:
Pif (Pierfrancesco Diliberto), Michele Astori, Marco Martani
Fotografia:
Roberto Forza
Montaggio:
Cristiano Travaglioli
Musica:
Santi Pulvirenti
Cast:
Pif (Pierfrancesco Diliberto), Cristiana Capotondi, Ninni Bruschetta, Claudio Gioè
Produzione:
OffSide, Rai CInema
Distribuzione:
01 Distribution

Crescere e amare nella Palermo della mafia. Un racconto lungo vent’anni attraverso gli occhi di un bambino, Arturo, che diventa grande in una città affascinante e terribile, ma dove c’è ancora spazio per la passione e il sorriso. La mafia uccide solo d’estate è, infatti, una storia d’amore che racconta i tentativi di Arturo di conquistare il cuore della sua amata Flora, una compagna di banco di cui si è invaghito alle elementari e che vede come una principessa. Sullo sfondo di questa tenera e divertente storia, scorrono e si susseguono gli episodi di cronaca accaduti in Sicilia tra gli anni ‘70 e ‘90.

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