Jon Watts

Spider-Man: No Way Home

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--- ATTENZIONE SPOILER ---

Il nome della compagnia promette meraviglia, ed è innegabile che la produzione sia all’altezza delle aspettative. Anno dopo anno, film dopo film, la Marvel si è gradualmente rivelata una poderosa, implacabile macchina di sovversione e rimozione del realismo cinematografico, in tutte le sue forme possibili. Personaggi, spazi e tempi: tutto, in un film Marvel, è prima o poi destinato a diventare altro da sé, a cambiare pelle e forma, in un tripudio di metamorfosi che parte dal supereroe e dai suoi antagonisti per poi, a cascata, coinvolgere gli ambienti (solo in questo film, mondi scoperchiati, metropoli capovolte, cieli squarciati, pareti domestiche riconvertite in portali), e la cronologia, dove il passato viene risucchiato nel presente, e costretto a conviverci. Alla Marvel la meraviglia promessa agli spettatori lievita su un tessuto di trasfigurazioni incessanti, compulsive: nulla rimane uguale al principio, tutto ruota vorticosamente su sé stesso, fluidificando ruoli ed identità, luoghi ed eventi. Fa eccezione un elemento soltanto, la cui irreversibilità si oppone alla fluidità ontologica che caratterizza la marvelizzazione del mondo.

La scena che mi interessa cade più o meno a metà film, e si nota per la sua vistosa incongruenza con quanto si è visto sin lì (e si vedrà da lì in poi). La zia di Peter Parker sta morendo, e lui se ne è appena reso conto. La donna giace per terra, prossima ad esalare l’ultimo respiro, il ragazzo le è sopra, incredulo e disperato al pensiero che quelli siano i suoi ultimi istanti di vita. Per mettere in scena lo spettacolo della morte, alla Marvel hanno ritenuto opportuno chiudere per un attimo la valigia dei trucchi e tirare fuori dalla credenza della nonna la ricetta del cinema classico per le scene madri (che non si chiamano così per caso): ripresa fissa, primi piani, musica melodica. Data la sua irreversibilità, la morte non vuole effetti speciali. Quel che è ancora più interessante, in questo film, è che nemmeno gli effetti speciali (nello specifico, il cinema che più di ogni altro li incarna e li utilizza) vogliono la morte.

E infatti, a parte la zia, in questo film non muore nessuno. Novità di rilievo, nell’universo Marvel, dove in precedenza si sono cimentati persino con la distruzione di massa (vedi Thanos nella serie dedicata agli Avengers). Novità di rilievo ma anche problema non da poco, quello della rimozione della morte, per un racconto improntato ad un fiero antagonismo fra Bene e Male. Se gli alfieri del Male non possono essere sgominati, dunque distrutti ed annientati, in cosa potrà mai consistere il trionfo del Bene?  In soccorso della sceneggiatura viene l’attualità, nella fattispecie la centralità, in tempi di Covid, assunta dai temi della malattia e della cura.

Ne consegue una metamorfosi, l’ennesima, che riguarda l’approccio del supereroe ai propri avversari: non più nemici da sconfiggere, ma malati da riportare in salute. Il protagonista – qui uno e trino, a venare di sfumature religiose il suo ruolo salvifico - smette i panni del giustiziere e indossa quelli dello scienziato, le cui competenze producono sieri in grado di neutralizzare gli istinti più deteriori e depravati dei suoi antagonisti. A loro volta questi ultimi non vogliono saperne di essere curati, preferendo la propria eccezionalità no vax ad una vita innocua, e per questo tanto, troppo ordinaria. Il combattimento finale, spettacolare come si conviene a un film Marvel, muove dunque da queste premesse, e produce esiti death-free, in seguito ai quali gli sconfitti tornano semplicemente ad una condizione di amabile inoffensività.

Come nelle forme migliori e più evolute di intrattenimento di massa, la quadratura del cerchio coincide con il saper essere, al contempo, distanti dalla realtà e prossimi all’attualità. In questo caso, parlare di cure e di vaccini senza darlo a vedere, contestualizzando il tema ad un mondo che sembra non avere nulla in comune col nostro.


 

Spider-Man: No Way Home
Stati Uniti, Islanda, 2021, 148'
Titolo originale:
Spider-Man: No Way Home
Regia:
Jon Watts
Sceneggiatura:
Chris McKenna, Erik Sommers, Stan Lee, Steve Ditko
Musica:
Michael Giacchino
Cast:
Tom Holland, Zendaya, Benedict Cumberbatch
Produzione:
Columbia Pictures, Pascal Pictures, Marvel Studios, Sony Pictures Entertainment
Distribuzione:
Warner Bros. Italia

Per la prima volta nella storia cinematografica di Spider-Man, viene rivelata l’identità del nostro amichevole eroe di quartiere, ponendo le sue responsabilità da supereroe in conflitto con la sua vita quotidiana e mettendo a rischio coloro a cui tiene di più. Quando chiede l’aiuto del Dottor Strange per ripristinare il suo segreto, l’incantesimo apre uno squarcio nel loro mondo, liberando i più potenti nemici mai affrontati da uno Spider-Man in qualsiasi universo. Ora Peter dovrà superare la sua più grande sfida, che non solo cambierà per sempre il suo futuro, ma anche quello del Multiverso.

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