CINEFORUM / 0NS

Schermi delle mie brame

Anno zoppo, il 2020. Anno di film a singhiozzo, punteggiato di annunci clamorosi: uscite annullate, posticipate, dirottate dalle sale alle piattaforme in streaming. Dopo un avvio nel rispetto della normalità stagionale, la prima chiusura totale ha improvvisamente cambiato il rapporto tra pubblico e schermo, facendo scoprire l’acqua calda, come si dice, della pervasività delle nuove modalità nel consumo di film & affini. Il precipitare della situazione causato dalla pandemia ha non soltanto richiamato gli spettatori (anche quelli più riottosi) a pescare dai cataloghi di Netflix e Co., ma ha spinto le suddette varie compagnie a puntare su proposte di prime visioni, sfruttando una situazione che vedeva i produttori in ovvia e oggettiva difficoltà. Insieme a questo repentino mutamento dell'orizzonte degli eventi è sembrato avverarsi ciò che era stato fino ad allora un tema di discussione, di ricerca accademica e di convegni, cioè il passaggio conclamato al post-cinema e a tutte le potenzialità (produttive, di diffusione e fruizione) che questo avrebbe portato (porterebbe?) con sé. Il riposizionamento dei fruitori ha portato al fiorire di analisi e profezie millenaristiche da parte degli addetti ai lavori, quando il calo dei contagi e la speranza di un ritorno a una sorta di normalità vigilata ha permesso di tornare a parlare di cinema in sala, tanto più che a sostenere questo ritorno si prospettava l’annuncio dell’uscita estiva del blockbuster di Nolan, che faceva ben sperare anche per i mesi successivi allietati dall'attesa di altri pezzi da novanta.

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