CINEFORUM / 3NS

Il dispaccio francese: da Cannes a OSS 117

Un numero stretto tra due festival, quello di Cannes posticipato causa Covid-19 e quello di Venezia, nella consueta tarda estate. Il bottino, di idee, sensazioni, scoperte e delusioni, riportato da Cannes è ampiamente documentato nella parte finale del giornale da Pier Maria Bocchi, Chiara Borroni, Roberto Manassero, Lorenzo Rossi e Alessandro Uccelli (cui si sono aggiunti altri collaboratori nelle consuete Pagelle) e nelle lunghe recensioni di tre film che sono già o saranno presto sui nostri schermi: Tre piani di Nanni Moretti, The French Dispatch di Wes Anderson e Marx può aspettare di Marco Bellocchio (a mio parere, il capolavoro dell’estate 2021). Altrettanto, e di più, ci attendiamo dalla Mostra di Venezia, della quale parleremo a caldo nel sito cineforum.it e, più riflessivamente, nel numero di dicembre. Della quale comunque anticipiamo un notevole “acchiappo” (Dune di Denis Villeneuve), non solo con la copertina, ma anche con la bella analisi del romanzo cult di Frank Herbert e delle sue numerose e travagliate vicissitudini cinematografiche. Chapeau, inoltre, alla Mostra, per il Leone d’oro alla carriera a Jamie Lee Curtis, non solo figlia d’arte e la scream queen prediletta di Carpenter&Co., ma anche l’irresistibile commediante di Una poltrona per due di Landis e Un pesce di nome Wanda di Crichton. E la spia per caso e per amore di True Lies di Cameron.

E così entriamo nel vivo della prima parte del giornale: aspettando la dilazionatissima uscita autunnale di No Time To Die, il nuovo James Bond diretto da Cary Fukunaga e l’ultimo interpretato dal quasi insostituibile Daniel Craig, mettiamo in primo piano la più divertente (e intelligente) parodia degli agenti segreti del nuovo millennio: OSS 117 (o OS 117 o Agente speciale 117), nella serie di tre film (del 2006, 2009, 2021) che finalmente esce anche in Italia (Missione Cairo e Missione Rio già in sala, Allarme rosso in Africa nera dal 9 settembre). Diretti (i primi due) da Michel Hazanavicius e (il terzo) da Nicolas Bedos, rileggono le avventure di OS 117 di Jean Bruce in chiave comica, giocando sul totale anacronismo e l’abissale ignoranza storico-politica del protagonista (Jean Dujardin, che si crede cool ma è solo stupido), il suo machismo fuori tempo massimo, il suo razzismo imperialista, la sua clamorosa maldestrezza. Riflessioni esilaranti non solo sul “bondismo” (che comunque pare intramontabile), ma anche sulle tracce che questo ancora imprime sul presente. Intorno a Hubert Bonisseur de la Bath (OS 117), tanti altri agenti segreti, analoghi o antitetici, esibizionisti o invisibili o, molto più spesso di quanto si creda, donna.