(dis)Sequenze

Nella ricchezza prospettica di Personal Shopper probabilmente c'è posto anche per questo. Come un capiente shopper, accanto alla necessità di proiettarsi nell'altro-da-sé, all'elaborazione di un dolore che è sradicamento dell'anima e alla volontà di ricercare il proprio completamento...

Sembra un hápax legómenon, all'interno di un film dalle cadenze lineari, dai volti dolenti e dai limiti invalicabili. E forse lo stesso Loving può rappresentare un'eccezione nella seppur ancora esigua filmografia di Jeff Nichols. Ma, all'improvviso, quelle stesse cadenze meste e lineari,...

Sono diversi i motivi che possono irritare in Hacksaw Ridge. Partendo dall'impianto fideistico incurante dell'organicità del racconto, per cui la cruenta battaglia del venerdì dura circa un'intensa mezz'ora, mentre la riscossa dell'esercito americano, grazie alla preghiera preven...

Come Welles. E probabilmente più di Welles. Se Welles, in Quarto potere, con un movimento selettivo della macchina da presa, rivelava la vera essenza di Charles Foster Kane, sfuggita ai cinque flashback sulla sua vita pubblica e privata, all’attenta indagine di Thompson e alla considerazione fina...

Quando si racconta una storia sulla schiavitù, perlomeno da Radici in avanti, si giunge sempre a una microconfigurazione del racconto definita e pressoché inevitabile. Inevitabile perché impossibile storicamente da ignorare e anche perché, molto spesso, rappresenta un sicuro turning point nello svil...

In quel mystery morale (ci si perdoni il termine) che è La ragazza senza nome, i Dardenne compiono un’autentica acrobazia stilistica per non cadere in tentazione e derogare dal loro credo. Quando la dottoressa Davin si reca nel cantiere lungo l’argine del fiume per osservare il punto preciso in c...

Il diritto di uccidere è un cortocircuito stilistico e percettivo. Ancor prima della riflessione sull’etica dell’azione militare. Ancor prima del paradosso di un war movie ambientato “al tavolo con caffè e biscotti”. Anzi, proprio in funzione di questo. Il titolo italiano sposta l’attenzione su u...

Sono diverse le sequenze in cui James Wan, in The Conjuring - Il caso Enfield, dimostra la sua ormai nota abilità come regista di genere, ma due più di altre meritano un momento di riflessione. Nella prima, il detective del paranormale Ed Warren (Patrick Wilson) interroga la piccola Janet, il pon...

Odore di Europei e anche di Copa America del Centenario, che mai come quest'anno adotterà i frustrati dell'Italia pallonara, destinata - secondo i soliti beninformati - a una precoce uscita dal tabellone. Questo, ogni due o quattro anni, a seconda delle attese, è l'unico momento in cui,...

Hardcore! è una bufala anche nelle sue frasi di lancio. "Un'esperienza rivoluzionaria", "Il cinema del futuro è arrivato" sono virgolettati che campeggiano nel trailer per accalappiare i gonzi o i ragazzini ancora passibili di virginale stupore effettistico. Rifletterci, anche solo per un attimo...

Non è proprio come scoprire il punto di ebollizione dell'acqua, ma quasi. Eppure, film dopo film, sorprende sempre vedere come l'accurato studio filologico dei fratelli Coen sul cinema americano, sui suoi meccanismi e sulle sue strutture, si rivolga anche ai caratteristici codici linguist...

Certo, è ovvio vederci un'estensione ultraventennale di Le iene. Così come è impossibile non pensare a un'ideale continuazione pseudoideologica di Django Unchained o alla destrutturazione dei tempi narrativi di Jackie Brown, quando le luci si spengono nuovamente dopo l'intervallo. È ovvi...

  C'è un unico attimo di dubbio, subito dopo i titoli di testa di Il figlio di Saul. L'inquadratura è fissa su una vegetazione indistinta. Si notano un paio di alberi sulla sinistra, cespugli e piante sullo sfondo di un prato, al centro. Tutto è fuori fuoco e l'incertezza che sia un e...

Nella riflessione metalinguistica e soffusamente ironica dell'ultimo prodotto di Shyamalan, The Visit, si notano tutti i pregi (ormai evidenti da tempo) e i limiti (per sopraggiunta consunzione) del Found Footage. L'ironia risiede proprio nel fatto che Shyamalan è fin troppo consapevole di q...

C'è un momento, in The Walk, in cui il Philippe Petit interpretato da Joseph Gordon-Levitt, durante l'allenamento nel circo di Papa Rudy, fa l'errore di ritenere che il suo percorso sul filo sia compiuto tre passi prima dell'approdo effettivo sulla pedana. Il passo diventa incerto, l...