CINEFORUM / 550

Una rivista che respira

Una rivista di critica e cultura cinematografica deve misurarsi innanzitutto con quello che passa sugli schermi per decidere a quali film dare maggiore spazio, a quali riservare un’attenzione curiosa ma contenuta, quali evitare in un panorama di uscite che nella maggior parte dei casi si segnalano per la loro insignificanza. Anche quest’anno «Cineforum» ha cercato di dare conto della stagione cinematografica definendo un percorso che la attraversasse in modo da metterne in evidenza le tappe e gli scorci più rilevanti: necessari a trarne considerazioni e indicazioni all’insegna, come è inevitabile, della parzialità insita in ogni discorso critico che si rispetti (degno del rispetto altrui ma anche del proprio). Lo abbiamo affermato in numerose occasioni: «Cineforum» porta avanti il suo lavoro in un clima di apertura a una pluralità di voci che rispecchiano punti di vista e idee di cinema non necessariamente simili fra loro né tantomeno coincidenti con una scelta di campo imposta dall’alto. Spostando poi il discorso dai film al cinema nella sua complessa configurazione di tendenze, generi, linguaggi, estesa in una tensione continua fra attualità e storia, la varietà dei materiali pubblicati su queste pagine si rivolge per scelta a lettori curiosi e poco interessati agli scontri, spesso pittoreschi ma soltanto di rado appassionanti, tra opposte tifoserie. La particolarità di privilegiare la sostanza alla spettacolarità caratterizza, del resto, anche le pagine virtuali di «CineforumWeb», ormai da tre anni affiancate alla rivista cartacea e che si differenziano da questa soltanto nella misura in cui hanno inteso fin dal principio trasportarne nelle forme dell’online lo spirito che la definisce. «Cineforum» lavora, per quanto riguarda le recensioni ma non solo, sullo scarto temporale. Preferisce non rincorrere “la diretta”, ma lasciare decantare l’oggetto-film, riguardarlo dalla giusta distanza (che, attenzione, può essere intesa anche come la giusta prossimità…) per riuscire a interrogarlo in modo da riceverne delle risposte non affrettate, possibilmente articolate anche se non definitive: la critica che viene praticata su «Cineforum» non vuole stare col fiato sul collo né del film né dello spettatore. È una critica che vuole lasciare respirare entrambi, come un’inquadratura di De Oliveira. Anche se questo non significa rifiutare a priori di prendere in considerazione il punto di vista del “film come esperienza”; ma, se c’è un progetto sotteso alla storia di questa rivista è proprio quello, usando le parole di Roberto Manassero (“Pigre visioni”, www.cineforum.it) di essere «Un vademecum contro la pigrizia del pensiero, […] che insegni a pensare prima di scrivere e […] che aiuti a trovare un modo di trasmettere la passione e non l’io che la prova».