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BFM, un festival europeo

L'Europa è adesso, al Bergamo Film Meeting. Con tre registi da conoscere e incontrare, ospiti del festival (tra cui Danis Tanović: l'immagine è tratta dal suo Cirkus Columbia) e con due giornate professionali (il 13 e 14 marzo), per parlare della opportunità che festival, mercati e fondi europei offrono a giovani registi e produttori italiani.

La ricognizione nel cinema europeo contemporaneo di Europe, Now! si soffermerà sul lavoro di João Nicolau (Portogallo), Rúnar Rúnarsson (Islanda) e Danis Tanović (Bosnia ed Erzegovina). Tre registi le cui opere si caratterizzano per l'attenzione alle contraddizioni del presente, i conflitti politico sociali, le problematiche generazionali. Tre personali complete, a cui va aggiunto il Boys & Girls. The best of Cilect Prize, una selezione dei film di diploma delle scuole di cinema europee che aderiscono al Cilect.

Un motivo in più per non perdere il BFM, dal 7 al 15 marzo, che verrà presentato ufficialmente mercoledì 26 febbraio, in una conferenza stampa ospitata all'Anteo di Milano, sala Rubino, alle 11.30.

João Nicolau è nato a Lisbona e ha studiato antropologia. Lavora come regista, montatore, attore e musicista. Ha collaborato con João César Monteiro, Margarida Gil, Alessandro Comodin e Miguel Gomes.  Nel 1999 realizza il documentario Calado não dá, ambientato nell’isola di Santiago a Capo Verde; Rapace (Bird of Prey), presentato al Festival di Cannes nel 2006, a Mar del Plata, Buenos Aires e alla Viennale, è il suo primo cortometraggio di finzione con protagonista un ragazzo la cui vita viene scossa da una giovane e bellissima traduttrice.  Nel 2009 dirige Canção de amor e saúde (Song of Love and Health), anch'esso selezionato a Cannes alla Quinzaine des réalisateurs.  Nel 2010 termina il suo primo lungometraggio, A espada e a rosa (The Sword and The Rose), proiettato al Festival del cinema di Venezia nella sezione Orizzonti: storia di un giovane lisbonese maniaco dell’ordine che decide di imbarcarsi su una caravella portoghese del XV secolo e di vivere secondo i codici della pirateria.  Del 2012 è il cortometraggio O dom das lágrimas (The Gift of Tears), un viaggio iconografico immerso nella fantasia lusitana. Nel 2013 torna a Cannes con Gambozinos (A Wild Goose Chase), un breve racconto sull'esperienza di un bambino di dieci anni in un campo estivo.  Il suo secondo lungometraggio, John From (2015), presentato a Siviglia, Torino, Belfort e San Paolo, è una commedia brillante e un po' strampalata che gira attorno alla figura di Rita, adolescente alla scoperta del mondo, e ai suoi sogni d'amore.  Il suo ultimo lavoro, Technoboss (2019), è stato presentato in anteprima al festival di Locarno. Il protagonista, Luís Rovisco, è un tecnico di dispositivi di sicurezza; vicino alla pensione, capisce sempre di più la futilità del tempo speso nel lavoro, facendosi trascinare da ciò che lo fa sentire vivo: la musica, il ballo e il gustare nuovamente la giovinezza.

Rúnar Rúnarsson è un regista e produttore islandese. Nato a Reykjavik nel 1977, ha studiato alla National Film School of Denmark. Considerato uno dei nomi più importanti del panorama cinematografico contemporaneo del suo Paese, ha presentato i propri film nei più prestigiosi festival internazionali.  Dal 1995 al 2004 dirige numerosi cortometraggi (Toilet Culture, 1995; Rat Race, 1997; Oiko Logos, 1997; The Collector, 1998; Hringur, 1998; Roots, 2000; Searching for Rajeev, 2002; Bragur, 2004) sperimentando stili, formati e tecniche, girando in VHS, 16mm, DVCam e Super8. Con Síðasti bærinn (The Last Farm, 2004), cortometraggio musicato da Kjartan Sveinsson, tastierista della band Sigur Rós, riceve una nomination all'Oscar. Smáfuglar (2 Birds, 2008), selezionato a Cannes, si svolge durante una luminosa notte d'estate e segue un gruppo di adolescenti in un viaggio verso l’età adulta. Anna (2009), anch’esso presentato a Cannes, vede come protagonista una ragazza di 12 anni che vive in un piccolo villaggio di pescatori.  Con Eldfjall (Volcano, 2011) - storia d’amore con protagonista un sessantasettenne appena pensionato costretto a ripensare alla sua vita, presente e passata - debutta nel lungometraggio; torna a Cannes alla Quinzaine des réalisateurs; viene scelto per rappresentare l’Islanda agli Oscar e vince numerosi premi internazionali.  Rappresenta nuovamente l'Islanda agli Oscar nel 2015 con Þrestir (Passeri), film proiettato in numerosi festival in tutto il mondo che si aggiudica il premio per il miglior film a San Paolo, San Sebastian e Varsavia. Lo stesso anno Rúnar Rúnarsson riceve il Silver Hugo come miglior nuovo regista al Chicago International Film Festival. Qui protagonista è Ari, sedicenne alle prese con le difficoltà dell'inserirsi nella piccola comunità dove vivono il padre e la nonna.  Il suo ultimo lavoro, Bergmál (Echo, 2019) presentato in anteprima italiana a Bergamo Film Meeting, ha debuttato al Festival di Locarno. 56 scene di quotidianità ambientate durante il Natale, un affresco originale di una società a tratti surreale, suddivisa dal regista in un caleidoscopico mix di immagini.

Danis Tanović è nato a Zenica, in Bosnia, nel 1969, ed è cresciuto a Sarajevo dove si diploma al Conservatorio. Nel 1992, in seguito allo scoppio del conflitto, Danis Tanović è costretto ad abbandonare l’università e gli studi di regia. In maniera autonoma inizia a filmare la città sotto assedio e in breve diventa reporter di guerra per l’esercito bosniaco, raccogliendo una grande quantità di materiale documentario. Solo nel 1994, Tanović lascia per due anni la sua Sarajevo e si trasferisce a Bruxelles, dove termina gli studi e realizza alcuni documentari, tra i quali L'aube (1996) e Beudenje (1999).  Il conflitto serbo-bosniaco è al centro del suo brillante film d’esordio, No Man’s Land (2001), in cui due soldati delle opposte fazioni si ritrovano isolati e bloccati tra due linee nemiche, scatenando un gioco delle parti che mette a nudo le assurdità, la disumanità e il grottesco della guerra. Il film, scritto, diretto e musicato dallo stesso Tanović, si aggiudica la Palma d'Oro e l'European Film Award per la migliore sceneggiatura e l’Oscar come miglior film straniero.  Nel 2005, gira L’enfer, seconda parte di una trilogia scritta da Krzystof Kieslowski e Krzysztof Piesiewicz: una rivisitazione della Medea di Euripide, che si addentra in un dramma famigliare, attraverso i volti di Emmanuelle Béart, Karin Viard, Marie Gillain, Carole Bouquet e Jean Rochefort. Segue Triage (2009), che debutta in concorso al Festival di Roma, un film sui traumi postbellici di un fotoreporter, con Colin Farrel, Paz Vega e Christopher Lee. L’anno successivo, con Cirkus Columbia, presentato alle Giornate degli Autori a Venezia, Tanović torna a raccontare la Bosnia, questa volta regalando una commedia surreale e un po' nostalgica, che tratteggia le dinamiche umane di un piccolo villaggio alla vigilia del conflitto.  Nel 2013, An Episode in the Life of an Iron Picker, una sorta di docu-fiction, interpretato da una famiglia rom, denuncia i problemi della sanità pubblica nella Bosnia-Herzegovina postbellica e vince il Gran Premio della Giuria al festival di Berlino, mentre Tigers (2014), tratto da una storia vera ambientata in Pakistan, si scaglia contro lo strapotere delle multinazionali del farmaco.  Il ritratto della madre patria prosegue con Death In Sarajevo (2016), ispirato a un’opera di Bernard-Henri Lévy, totalmente girato all’interno del microcosmo di un hotel di lusso, dove tra il personale serpeggiano conflitti, violenze e soprusi: esplicita allusione alla situazione di un Paese sconfitto, imprigionato nell’eterna attesa di una rinascita che non è mai arrivata.  Nel 2019 Tanović si cimenta con una produzione televisiva, realizzando la serie crime Uspjeh (Success), primo prodotto europeo dell’americana HBO.

Segnaliamo, infine, i due appuntamenti delle giornate professionali, Meet the European Decision Makers, alla scoperta di nuove opportunità per chi fa cinema, nel segno di una sempre maggiore internazionalizzazione e professionalizzazione, nello spazio ELAV Circus, in via Madonna della Neve 3.

Venerdì 13 marzo si parla di: I festival europei: ruolo e prospettive nel nuovo decennio di Europa Creativa

I festival di cinema si configurano, oggi più che mai, come un luogo di distribuzione, di promozione dell’innovazione e del patrimonio, di accesso al mercato, di permanent education, oltre che di discussione critica e audience development: BFM, sostenuto da Europa Creativa da molti anni, organizza una giornata di riflessione e networking, invitando i rappresentanti di alcuni festival, enti e reti europee che si occupano di sostenere i professionisti e di lavorare a vario titolo alla promozione e alla circolazione di film europei.
Intervengono: Cristina Loglio (esperta di politiche europee per la cultura), Silvia Sandrone (Creative Europe Desk Italy MEDIA), Martha Otte (Tromsö International Film Festival), Milja Mikkola (Midnight Sun Film Festival), Arnaud Dumatin (La Rochelle International Film Festival), Joana Fresu De Azevedo (Consiglio Direttivo AFIC), Silvia Pareti (Piccolo Grande Cinema), Eddie Bertozzi (Academy Two), Juliette Rajon (Festival Lumière e Marché du Film Classic di Lyon), György Ráduly (National Film Institute – Film Archive – Hungary e Budapest Film Marathon), Alessandra Speciale (Milano Film Network), Frédéric Boyer (Les Arcs FF e il Co-production Village), Javier Garcia Puerto (Tallin Black Nights FF e Industry@Tallinn & Baltic Event:), Manuela Buono (Slingshot Films), Marek Sindler (Eventival), João Nicolau (regista). Sabato 14 marzo

Sabato 14 il tema sarà: Fondi europei, co-produzioni europee e accesso al mercato: What Is What?

Registi e produttori, che insieme compongono quello che è chiamato in ambito industry il creative team di un progetto di film, devono conoscere sempre più a fondo tutte le opportunità che Europa Creativa da un lato ed enti nazionali e regionali preposti dall’altro mettono a disposizione per finanziare i loro progetti, a qualunque stadio di produzione essi si trovino. I festival di cinema, con i loro co-production forum e training programmes spesso sono il primo luogo di conoscenza, ma poi è necessario spingersi oltre e diventare in alcuni casi dei veri e propri esperti di fondi e strumenti di accesso al mercato che a volte possono essere specialistici ma più spesso possono risolvere problemi di finanziamento in ogni fase della vita creativa e produttiva di un progetto cinematografico e audiovisivo. Mettersi in rete con altri professionisti europei è poi un’altra strada per reperire altri strumenti di finanziamento e per confrontarsi coi colleghi e trovare soluzioni comuni.
Intervengono: Cristina Loglio (esperta di politiche europee per la cultura), Silvia Sandrone (Creative Europe Media Desk Italy), Bruno Zambardino (ILC/ Direzione Generale Cinema e Audiovisivo MIBACT), Griselda Guerrasio (Istituto Luce Cinecittà / FilmItalia), Federico Pedroni (Rai Cinema), Jo Mühlberger (European Film Promotion), Alessandro Gropplero (When East Meets West), Claudia Di Lascia (AGICI Nord Ovest), Federico Minetti (Effendemfilm), Simone Gandolfo (Macaia Film), Ines Vasiljevic (Nightswim), Gianfilippo Pedote (Casa della visioni), Danis Tanović (regista), Cédomir Kolar (produttore), Rúnar Rúnarsson (regista e produttore), Cristina Sardo (Rossofuoco), Pietro Pinetti (Studio Bozzetto)