Da una parte c'è un “normale” padre di famiglia con la passione per la caccia, che ha col tempo sviluppato una predilezione personale per prede un po' speciali: giovani donne che uccide e abbandona nei boschi, dopo averne abusato sessualmente. Dall'altra c'è un poliziotto ostinato, intuitivo, che non molla la pista del serial killer, nonostante gli ostacoli che istituzione e regolamento mettono sul suo cammino. Una giovane prostituta scampata miracolosamente all'esecuzione fa da collegamento – anche se non troppo convinta, almeno in un primo momento – tra queste due figure maschili, entrambe irriducibili nella loro ossessione.
Il tutto si svolge in Alaska (The Frozen Ground), dove civiltà e natura selvaggia convivono quasi senza soluzione di continuità: ai bordi della foresta sorgono le dimore confortevoli degli umani, che nascondono misfatti e segreti, e i locali hot dove la fauna maschile trova trasgressioni a pagamento, mentre le donne sul mercato ce la mettono tutta a spremere al meglio i clienti cercando di evitare spiacevoli conseguenze. Che qualche volta arrivano.
Il film di Scott Walker, regista al suo primo lungometraggio di cui firma anche la sceneggiatura, si rifà a un caso criminale realmente accaduto, ma lo racconta semplicemente accumulando i cliché del genere (non manca ovviamente la situazione familiare al limite della rottura per l'onesto detective, che alla fine si risolverà per il meglio), senza mostrare rilevante interesse alle pieghe sociali e psicologiche pur intuibili.
I limiti della scrittura si evidenziano in una discontinuità narrativa che la presenza delle due star maschili non può nascondere, e nella comodità di approccio sopra rilevata, che impedisce al film di inoltrarsi lungo il percorso che avrebbe potuto renderlo davvero interessante.
L'unico brivido, per così dire, lo dà John Cusak che si cala con un certo savoir faire nei panni del gelido killer, e che sostiene con piglio notevole la scena madre del confronto/interrogatorio con il suo inquisitore (Nicolas Cage, del tutto prevedibile), regalandoci qualche guizzo di cattiveria.
La vera storia del serial killer che ha terrorizzato l’America. 13 anni di follia omicida, 24 donne scomparse, 17 vittime accertate: Alaska, 13 giugno 1983. Una giovane prostituta, Cindy Paulson, si precipita urlando dentro un motel di Anchorage e, a stento, riesce a spiegare al direttore che qualcuno ha cercato di ucciderla. Nel frattempo il sergente Jack Halcombe sta indagando sulla scena del crimine dove è stata uccisa una donna non ancora identificata. Robert Hansen, religioso e amabile padre di famiglia risulta essere il principale sospettato, ma sembra avere un alibi di ferro...