Alan Taylor

Divertimento epico

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Il fantasy che diventa fantascienza, ma anche l'avventura e il film di guerra, l'epico, l'ironico e il melò, città celesti mitologiche che si difendono a cannonate, esseri divini che prendono il metro per andare a Greenwich, baggianate quantistiche-gravitazionali mischiate a battaglie in campo aperto di vichinghi palestrati, mostri, eroi, scienziati pazzi, un po' di cinema catastrofico e una bella dose di risate sfacciate, neanche fossimo in una sit-com, seguite da lacrime sincere ma anche no.

Non sappiamo quanto il patchwork cine-fumettaro sia dovuto al divertimento di Alan Taylor (che ci aveva già fatto ridere con Palookavile e I vestiti nuovi dell'imperatore, anche se la gloria è arrivata in tv, tra I Soprano e Mad Men, fino a Il trono di spade) e quanto invece alle vicissitudini produttive attraverso cui è passata la lavorazione di questo sequel. Di fatto, il risultato finale è un kolossal spassoso, scombinato e a tratti perfino sorprendente. Non una di quelle super-produzioni che mostrano i muscoli in ogni sequenza, rifilandoti poi a tradimento il sottotesto politico sociale esistenziale. Ma un sano divertimento disimpegnato che - dismesse le ambizioni di Kenneth Branagh – si lascia andare a citazioni elementari e divagazioni dotte, simpatiche sciocchezze e spettacolari invenzioni.

Thor (Chris Hemsworth) sospira, languido, pensando al suo amore terrestre (Jane Foster/Natalie Portman), tra un massacro e l'altro (per ristabilire la pace, naturalmente). Ma intanto un allineamento tra pianeti produce dei varchi spazio-temporali, in cui precipita proprio lei, che infila una mano dove non dovrebbe e finisce per ospitare nel suo corpo il pericoloso e potentissimo Aether. Tutto è molto improbabile e vagamente ridicolo, tanto che nessuno sembra darci troppo peso, a parte i malefici esseri comandati da Malekith l'Oscuro.

Intanto, però, ci si ammazza e ci si ama, il tragico cede volentieri il passo al comico, e tutti vestono la propria maschera alla perfezione, dando a Thor l'occasione di prendere le distanze dal padre Odino (Anthony Hopkins), invischiato nelle perverse dinamiche del Bene contro il Male, in cui non si capisce, alla fine, cosa distingua l'uno dall'altro.

Spicca soprattutto uno strabordante Loki (Tom Hiddleston), il fratello cattivo, che stavolta vediamo combattere accanto a Thor, non prima di aver dato prova delle sue doti trasformiste evocando Capitan America, come si conviene al cinema che vuole essere fumetto fino in fondo, con la sua serialità conclamata e gli ammiccamenti incrociati.

Non ricordiamo altri eroi di casa Marvel in grado di provocare scrosci di risate in sala, come accade soprattutto nella seconda parte del film (la sequenza cult è quella dell'incontro fra Thor e lo scienziato matto in mutande), prima dell'irresistibile finale. Sì, ci siamo proprio divertiti.

Thor: The Dark World
Usa, 2013, 120'
Titolo originale:
id.
Regia:
Alan Taylor
Sceneggiatura:
Robert Rodat, Don Payne
Fotografia:
Kramer Morgenthau
Montaggio:
Conrad Buff, Malcolm Jamieson
Musica:
Brian Tyler
Cast:
Chris Hemsworth, Tom Hiddleston, Anthony Hopkins, Natalie Portman, Stellan Skarsgård, Christopher Eccleston, Ray Stevenson, Idris Elba, Jaimie Alexander, Tadanobu Asano, Josh Dallas
Produzione:
Marvel Entertainment
Distribuzione:
Walt Disney Pictures

Continuano le avventure di Thor, il più forte degli Avengers, che combatte per salvare la terra e tutti i Nove Regni da un oscuro nemico che vuole dominare l'universo. Thor lotta per ristabilire l'ordine tra i pianeti... ma un'antica dinastia dominata dallo spietato Malekith minaccia di far ripiombare l'universo nell'oscurità. Affrontato da un nemico a cui nemmeno Odino e Asgard possono opporsi, Thor deve intraprendere il viaggio più pericoloso ed introspettivo della sua vita, che lo ricongiungerà con Jane Foster e lo obbligherà a sacrificare tutto per salvare l'universo intero.

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