Philippa Lowthorpe

Il concorso

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Una storia vera: questa volta il concetto non compare attraverso la solita didascalia a inizio o fine film, ma fin dalla locandina italiana, quasi fosse sottotitolo di Il concorso, disponibile in streaming su MioCinema nei giorni di Natale. Il titolo italiano non rende forse giustizia alla storia vera raccontata (l’originale inglese Misbehaviour è più incisivo), ma è interessante notare come il desiderio di aderire alla realtà dei fatti si trasformi nella principale strategia comunicativa del film.

Siamo a Londra nel 1970, anno in cui si svolse il concorso di Miss Mondo, che vide tra i presentatori anche Bob Hope. L'attivista per i diritti delle donne Sally Alexander si trova coinvolta nel circo mediatico scatenato dalla competizione, che la stessa Sally disapprova e che decide quindi di osteggiare attraverso manifestazioni di dissenso e proteste di vario genere. L’intero Women’s Liberation Movement boicotta la finale del concorso per opporsi a un evento (e a un sistema) che vede la donna come un semplice oggetto, arrivando a umiliare Bob Hope e diventando l’esempio per tante altre donne che trovano il coraggio di scendere nelle strade per protestare.

È effettivamente un’importante vicenda storica quella raccontata da Philippa Lowthorpe, regista che ha lavorato spesso per la televisione dirigendo anche alcuni episodi di The Crown; un momento chiave nella storia del movimento femminista che il film contribuisci a far conoscere. Ci si chiede, però, come spesso accade di fronte a prodotti come questo, cosa ci sia di realmente interessante al di là del soggetto proposto.

Il concorso ha certamente una confezione dignitosa da commedia piena di ritmo, ma il film si perde in divagazioni forzate, retoriche e condizionate dalle ormai immancabili influenze del #MeToo. Ciò che colpisce è lo scontro/incontro tra le femministe e le modelle che partecipano al concorso, le motivazioni di ciascuna e la forza anche politica di toccare temi razziali efficacemente collegati a quelli dei diritti delle donne. Ciò che manca è invece un adeguato approfondimento dei personaggi, o una sincerità di fondo che viene meno per dare spazio a una frase a effetto o a qualche furbizia stilistica.

Paradossalmente Il concorso perde colpi quando vuole essere troppo “attuale”, dimenticando le psicologie dei personaggi e le dinamiche del momento storico ricostruito. Il risultato è un film uguale a mille altri usciti in anni recenti che saà senza dubbio dimenticato in fretta.

Non ci si dimentica, invece, del fatto che il film nasce da un fatto di cronaca. Lo ricordano le immagini delle interpreti accostate alle vere donne che combatterono la battaglia raccontata e la riprese di molte fotografie d’epoca o di filmati di repertorio, che ricordano in ogni istante che, sì, in effetti stiamo assistendo a una storia vera…

Il concorso
Ragno Unito, 2019, 106'
Titolo originale:
Misbehaviour
Regia:
Philippa Lowthorpe
Sceneggiatura:
Gaby Chiappe, Rebecca Frayn
Fotografia:
Zac Nicholson
Montaggio:
Úna Ní Dhonghaíle
Musica:
Dickon Hinchliffe
Cast:
Greg Kinnear, Jessie Buckley, Keira Knightley, Lesley Manville
Produzione:
Bbc Films, British Film Institute, Ingenious Media, Left Bank Pictures, Pathé, Rococo Films
Distribuzione:
Bim Distribuzione

A fine anni '60 Miss Mondo era lo show televisivo più visto con oltre 100 milioni di telespettatori. Nel 1970 il concorso si svolse a Londra, presentato dal famoso comico americano Bob Hope. La sera della premiazione il Movimento di Liberazione delle Donne invase il palcoscenico, interrompendo la diretta televisiva. Alla ripresa della trasmissione ci fu una rivelazione: venne proclamata vincitrice non la favorita Miss Svezia, ma Miss Grenada, la prima Miss Mondo di colore.

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