Nicolas Pariser

Il mistero del profumo verde

film review top image

“L’Europa era il mio spazio intellettuale, emotivo e politico” dice a un certo punto Claire cercando di spiegare a Martin il motivo del suo ritorno in Francia dopo vent’anni passati in Israele a cercare di riconoscersi risalendo alle sue origini. Sta in questa idea di Europa come spazio identitario da difendere l’anima del nuovo film di Nicolas Pariser che scrive e dirige un altro tentativo di guardare alla contemporaneità dissimulando la riflessione politica dietro alle forme di un cinema al contempo serio e leggero.

Se in Alice e il sindaco, Pariser trovava la via di questo connubio attraverso la scrittura raffinata di una commedia drammatica romeheriana, con Il mistero del profumo verde il regista si tuffa nel regno di una contaminazione un po’ folle. Prende il teatro, iniziando con Checov e finendo con Corneille, e lo mescola all’universo della bande dessinée, portando lo spettatore dentro a un film di spionaggio dalle plurime citazioni hitchcockiane (basta la scala della prima sequenza o il macguffin dell’antracite) e depalmiane (anche solo la passeggiata della misteriosa donna bionda in impermeabile che apre il film) che si sviluppa però come un albo di Tintin (riferimento fieramente richiamato dallo stesso Pariser).

Non è un caso che Martin, l’attore della Comedie Française interpretato da Vincent Lacoste attorno al quale si sviluppa l’intero intreccio, di cognome faccia Remi come all’anagrafe lo stesso Hergé, leggendario inventore delle avventure del giovane reporter con il ciuffo ribelle. Come non sono un caso i maglioncini che indossa Martin, la professione della volitiva Claire - disegnatrice - alla quale Sandrine Kiberlain consegna una personalità perspicace e fortemente autodeterminata e neppure il dipanarsi della vicenda per quadri netti e precisi come è nello stile della celeberrima linea chiara avviata dallo stesso Hergé.

La ricerca di precisione della regia e il ritmo di un montaggio che riporta al cinema classico lavorano per tenere insieme un film dal sapore d’antan che non sempre trova la misura giusta anche se si dimostra capace in più momenti di tenere il passo, soprattutto grazie ai due attori protagonisti e alla loro brillante interazione venata di ironia ebraica. Meno pulito e centrato di Alice e il sindaco, Il mistero del profumo verde si prende il rischio di perdersi nelle plurime giravolte attraverso le quali prova a dare forma al pastiche ma ha comunque il merito di scegliere i rimandi a un cinema del passato e a una scrittura di genere che pensa al teatro nel teatro come metafora del gioco politico delle illusioni, per perseguire nell’intento di richiamare l’attenzione sulle inquietanti derive destrorse ed eversive che rischiano oggi - in più di un paese europeo - di deformare e trascinare verso il baratro l’istituzione democratica.


 

Il mistero del profumo verde
Francia, 2022, 101'
Titolo originale:
Le parfum vert
Regia:
Nicolas Pariser
Sceneggiatura:
Nicolas Pariser
Fotografia:
Sébastien Buchmann
Montaggio:
Christel Dewynter
Musica:
Benjamin Esdraffo
Cast:
Sandrine Kiberlain, Vincent Lacoste, Rüdiger Vogler, Léonie Simaga, Arieh Worthalter, Jenna Thiam, Alexandre Steiger, Lucie Gallo, Pascal Reneric, Thomas Chabrol, Simon Guélat
Produzione:
Bizibi, Versus Production, France 2 Cinéma, Proximus, VOO, BE TV
Distribuzione:
Movies Inspired

Un attore è stato avvelenato ed è morto sul palco. Martin, un membro della troupe e amico della vittima, diventa uno dei principali sospettati ed è inseguito da una misteriosa organizzazione chiamata Le Parfum Vert.

poster