Juan Antonio Bayona

Jurassic World - Il regno distrutto

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Sono almeno 200 anni - dal Frankenstein di Mary Shelley, datato 1818 - che all’uomo piace fantasticare sulla possibilità di giocare a fare Dio, di conquistare attraverso la scienza la possibilità di creare da zero, modellare e manipolare la vita. E se genetica e robotica stanno effettivamente trasformando in realtà quelle che fino a qualche tempo fa erano solo fantasie, al tempo stesso ci si continua a interrogare sulle implicazioni oggettive e morali di un intervento così sconvolgente sulla natura delle cose.

In questo senso, il primo Jurassic Park di Spielberg rappresentava un’ottima sintesi tra “fanta” e “scienza”, in equilibrio tra sogni infantili e incubi catastrofici, ambizioni utopiche e situazioni fuori controllo. Un film assolutamente consapevole della propria dimensione da “parco a tema”, ma che portava avanti un discorso morale coerente con il contesto: un’armonia narrativa che nessuno dei sequel usciti finora è riuscito a replicare.

Ci provava per certi versi il Jurassic World di Colin Trevorrow, che del film di Spielberg era una sorta di remake/reboot, finendo però per vedere la propria ricerca di meraviglia e stupore schiacciata dal peso di un passato troppo ingombrante. Ci ha riprovato questa volta Juan Antonio Bayona che con Jurassic World - Il regno distrutto ha deciso di esplorare le possibili conseguenze di un’effettiva presenza giurassica all’interno del nostro mondo. D’altronde, come sottolinea Jeff Goldblum in apertura di film, «il cambiamento è come la morte: non sappiamo cos’è finché non ce lo troviamo davanti».

Sono passati tre anni da quando il parco di Jurassic World è stato abbandonato. Il vulcano di Isla Nublar è tornato in funzione, quasi a voler rimetter ordine ai disastri dell’uomo; a subirne le conseguenze sono ovviamente i dinosauri sopravvissuti, che cercano un riparo nella giungla ma avrebbero bisogno di un’operazione di soccorso. Un gruppo di ambientalisti viene chiamato in causa per provare a salvare più specie possibili, inconsapevole però di lavorare per una cospirazione malvagia che vuole sfruttare quelle preziosissime creature per fare un sacco di quattrini al mercato nero.

Non ci sono più i sogni, non ci sono più le ambizioni; non c’è più spazio per la meraviglia nel mondo messo in scena da Bayona. Restano solo le peggiori conseguenze di un delirio d’onnipotenza; restano gli incubi e gli orrori. Il regista di The Orphanage confeziona il capitolo più cupo della saga, abbandonando gli scenari selvaggi del parco e spostando i dinosauri in spazi angusti e bui, tra abissi marini, ville gotiche e container claustrofobici, facendo leva sulla rievocazione di un immaginario da film dell’orrore.

Un’operazione sulla carta interessante, che almeno nelle intenzioni prova a smarcarsi dall’effetto fotocopia del suo predecessore, ma che non riesce a costruire una narrazione solida. La sceneggiatura è pressoché inesistente, e per di più Bayona sembra non prendere nemmeno in considerazione le implicazioni morali della sua storia. Ogni elemento appare scollato dal resto, ogni decisione e scelta non arriva mai con la giusta efficacia, e la sospensione dell’incredulità richiesta supera spesso i limiti del consentito.

Quel che resta del regno distrutto di Jurassic World è quindi la sensazione di aver attraversato un parco giochi in cui non ci si diverte o visitato una casa degli orrori in cui non ci si spaventa mai. La scelta di provare a rinnovare l’immaginario della saga era intrigante, ma anche questa volta la sensazione di déjà vu ha messo in ombra le sequenze potenzialmente più interessanti. E così il film di Bayona finisce per diventare ciò che i suoi protagonisti combattono con tutte le loro forze: un’entità senza sentimenti né anima, che prova a sfruttare i sogni di qualcun altro per riempirsi il portafogli.

Jurassic World – Il regno distrutto
USA, Spagna, 2018, 128'
Titolo originale:
Jurassic World: Fallen Kingdom
Regia:
Juan Antonio Bayona
Sceneggiatura:
Colin Trevorrow, Derek Connolly, Michael Crichton
Fotografia:
Óscar Faura
Montaggio:
Bernat Vilaplana
Musica:
Michael Giacchino
Cast:
B.D. Wong, Bryce Dallas Howard, Chris Pratt, Daniella Pineda, Faith Fay, Geraldine Chaplin, James Cromwell, Jeff Goldblum, Justice Smith, Michael Papajohn, Peter Jason, Rafe Spall, Robert Emms, Ted Levine, Toby Jones
Produzione:
Amblin Entertainment, Apaches Entertainment, Legendary Entertainment
Distribuzione:
Universal Pictures

Sono passati tre anni da quando il parco tematico di Jurassic World è stato distrutto dai dinosauri scappati dalle gabbie di contenimento; Isla Nublar adesso è un luogo selvaggio abbandonato dagli umani dove i dinosauri sopravvissuti cercano riparo nella giungla. Al risveglio del vulcano, inattivo fino a quel momento, Owen (Chris Pratt) e Claire (Bryce Dallas Howard) intraprendono una campagna per salvaguardare le specie di dinosauri ancora in vita da un evento di distruzione di massa. Giunti sull’isola proprio mentre la lava inizia a scorrere i due scoprono anche una cospirazione di portata globale che potrebbe far ritornare l’intero pianeta a un rovinoso stato di disordine come non si vedeva dalla preistoria.

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