Zhang Yimou

Melodramma della memoria

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Dopo il deludente I fiori della guerra, in cui Zhang Yimou aveva condensato i più comuni stereotipi del cinema di propaganda, forse nel tentativo di riabilitare almeno in parte la propria immagine (viste le vicissitudini giudiziarie), l'autore torna con un film minore ma importante, tra i migliori della sua ultima produzione.

Se lo sguardo critico che caratterizzava le incisive analisi sociali e storiche dei primi lavori pare decisamente offuscato, Lettere di uno sconosciuto conferma la nuova fase artistica del cineasta di Xi'an inaugurata da Under the Hawthorn Tree (2010), espressione di una capacità non banale di raccontare il passato e il presente, pur se con uno stile più sentimentale e retorico.

L'impianto del melodramma a sfondo storico torna dunque nella rielaborazione del romanzo The Criminal Lu Yanshi di Geling Yan, arricchendosi delle ottime interpretazioni di Gong Li, Daoming Chen e l'esordiente Zhang Huiwen – sui cui ruoli si regge praticamente tutto il film – nonché di una riuscita metafora concettuale sul valore della memoria quale strumento identitario, individuale e collettivo.

Ambientata negli anni seguenti la Rivoluzione Culturale, la pellicola narra i tentativi del professore Lu Yanshi, tornato a casa dopo vent'anni di carcere per ragioni politiche, di riaccendere i ricordi della moglie Feng, vittima di un apparentemente inspiegabile trauma che le ha provocato un'amnesia quasi totale e le impedisce di riconoscere il marito.

Nonostante numerosi passaggi del libro siano stati eliminati in fase di sceneggiatura per volontà dal regista, perché “argomenti troppo sensibili e politici”, l'opera riprende l'ultima parte del testo, facendone una sentita riflessione sulla necessità di un sapere civile che delinei e rafforzi un'identità nazionale.

Il vuoto mnemonico di Feng, così come quello della figlia Dan Dan, sono due facce della stessa medaglia. Che sia subìta come per la donna o voluta qual è il gesto della ragazza che elimina ogni ritratto del genitore causa di delusioni e dolore, la rottura col passato, la sua rimozione, comporta una perdita d'identità, una non consapevolezza di ciò che si è stati e quindi si è, tratto purtroppo sempre più marcato nella società contemporanea e a cui Yimou guarda con evidente apprensione.

Il senso profondo del film è allora racchiuso nel gesto paziente e metodico che Lu compie leggendo alla consorte le lettere scritte durante la prigionia, nella speranza di riattivare in lei qualcosa in attesa del 5 di ogni mese, data di rientro annunciata dal coniuge, attesa come rivelatrice di un futuro da vivere, ma costantemente vanificato a causa della menomazione della moglie. Perché coltivare il ricordo del passato è una pratica indispensabile, non solo per acquisire coscienza di sé quale membro di una comunità, ma anche per comprenderne i relativi mutamenti, per esserne in definitiva parte conscia e attiva.

Lettere di uno sconosciuto
Cina, 2014, 111'
Titolo originale:
Gui Lai
Regia:
Zhang Yimou
Sceneggiatura:
Jingshi Zou
Fotografia:
Xiaoding Zhao
Cast:
Gong Li, Chen Daoming
Produzione:
Le Vision Pictures, LeVision Pictures
Distribuzione:
Lucky Red

Lu Yanshi (Chen Daoming) e Feng Wanyu (Gong Li) sono una coppia unita, costretta a separarsi quando lui viene arrestato e mandato in un campo di lavoro come prigioniero politico. Rilasciato nel corso degli ultimi giorni della Rivoluzione Culturale, Lu riesce finalmente a tornare a casa ma lì scopre che la moglie che tanto ama è affetta da amnesia e ricorda poco del suo passato. Incapace di riconoscerlo, Feng continua ad attenderne pazientemente il ritorno del marito. Estraneo in seno ad una famiglia distrutta, Lu Yanshi è però deciso a far rivivere il loro passato e a risvegliare i ricordi della moglie...

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