Andrew Dominik

Nick Cave - This Much I Know to be True

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Una lunga chioma nera, il viso affilato, lo sguardo tetro e profondo. Poi un gesto abituale, circolare: portarsi le mani tra i capelli. Nick Cave indossa un camice bianco, ed è insolito – così come lo è lo spazio: This Much I Know to Be True, del regista australiano Andrew Dominik si apre con Cave che dichiara di aver seguito il consiglio di diventare – durante la pandemia, contro il consiglio del suo manager – ceramista: il racconto prende forma intorno a diciotto statuette che restituiscono la sua storia, dalla nascita alla morte, passando per l’adolescenza, le guerre, il matrimonio, il sacrificio del primo figlio, il perdono. Nel mostrare i passaggi di questa creazione, Cave mostra particolare interesse per “Il Diavolo sacrifica un bambino”, una piccola statua di ceramica che diventa il nesso e la rievocazione di One More Time with Feeling, magnifico documentario del 2016, primo ritratto e sodalizio tra Dominik e Cave. Un film che inizialmente si proponeva di raccontare la registrazione dell’album con i The Bad Seeds Skeleton Tree, e che si è trasformato in un viaggio molto più complesso e intimo dopo la morte accidentale del figlio quindicenne del cantante, Arthur. La maggior parte delle canzoni, scritte prima della tragedia, sono rimaste intatte eppure sembravano già racchiudere il dolore straziante della perdita.

In This Much I Know to Be True l’insostenibile angoscia funebre che filtra attraverso One More Time with Feeling lascia il posto a una toccante imperturbabilità. L’agonia lascia spazio all’estasi, alla rinascita dopo lo schianto. In questo film il regista costruisce brillantemente lo spazio – un imponente magazzino, tra Londra e Brighton, trasformato in studio: due telecamere posizionate su un carrello dolly circolare girano ipnoticamente intorno a Nick Cave e il suo partner creativo Warren Ellis, mentre eseguono le canzoni tratte dagli ultimi due album in studio, Ghosteen (Nick Cave & the Bad Seeds) e Carnage (Nick Cave & Warren Ellis), nel corso di un arco temporale a cavallo tra il 2020 e il 2021. La coppia è circondata da un piccolo gruppo di musicisti e diversi membri della troupe, spesso ammessi nell’inquadratura per enfatizzare ulteriormente il processo comune di creazione e di conservazione di questo incontro. Il direttore della fotografia Robbie Ryan (nominato all’Oscar per La favorita) crea un’esperienza di concerto completamente immersiva, che strizza l’occhio a Sympathy for the Devil (1968) di Jean-Luc Godard.

This Much I Know to Be True è più controllato del film precedente, dimesso – non c’è più la voce fuori campo di Cave, per esempio – e lo stesso artista sembra avere più controllo, dunque più fiducia, nell’universo. Le sue mani sono più pacate, più stabili – laddove in One More Time with Feeling erano spesso portate alle tempie, segno tangibile di tormento. Cave si spoglia e ci fa entrare nella sua esistenza: parla di dolore, di suicidio, di morte; di controllo sulla propria esistenza, di sanità mentale, di colpa, di vergogna, portando lo spettatore dentro al lavoro che sta dietro a The Red Hand Files” il blog in cui Nick Cave risponde alle domande più svariate dei suoi fan.

In fin dei conti la sua musica ci ha sempre rivelato che nel mondo ci sono l’amore e la morte, Dio e alcune variazioni su queste cose. E lo schiaffo emotivo più forte giunge quando sentiamo Nick Cave dichiarare di essersi sempre definito in passato un musicista o un artista, ma ora si considera sempre più come un padre o un marito: Ora sono molto più felice di prima, il che non significa che non debba lottare, ma per me la cosa più importante non è la felicità, è avere il senso delle cose.” È uno schiaffo, più di ogni altra cosa, per la recente morte del figlio Jethro Lazenby – segno funesto di un tempo circolare, in cui tutto cambia e tutto ritorna, in una successione continua di istanti identici. Forse come nel cerchio, anche nella vita di Cave, non c’è un principio e non c’è una fine.


 

Nick Cave - This Much I Know to be True
Gran Bretagna, 2022, 105'
Titolo originale:
This Much I Know to Be True
Regia:
Andrew Dominik
Fotografia:
Robbie Ryan
Montaggio:
Matthew C. Hart
Musica:
Nick Cave, Warren Ellis
Cast:
Earl Cave, Nick Cave, Andrew Dominik, Warren Ellis, Marianne Faithfull
Produzione:
Uncommon Creative Studio
Distribuzione:
Nexo Digital

Girato tra Londra e Brighton, il documentario racconta l’eccezionale rapporto creativo e artistico tra Nick Cave e Warren Ellis, immortalati mentre danno vita alle canzoni dei loro ultimi due album in studio, Ghosteen (Nick Cave & the Bad Seeds) e Carnage (Nick Cave e Warren Ellis).

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