Paul Greengrass

Notizie dal mondo

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Un film di Greengrass dalla così palese uniformità stilistica è quantomeno straniante, perché sembra girato al rallentatore. Non che la filmografia di Greengrass debba per forza rientrare in categorie autoriali, ma è innegabile che i piani nella mischia di Bloody Sunday o il flusso dinamico delle scene d’azione del ciclo di Jason Bourne oppure ancora la claustrofobia di United 93 e Captain Phillips, in Notizie dal mondo siano stati totalmente accantonati senza lasciare alcuna traccia di sé.

Tratto dal romanzo di Pauletta Jiles pubblicato nel 2016, Notizie dal mondo è infatti un lavoro di insolita stabilità contemplativa, basato sul confronto tra i protagonisti e alimentato da un montaggio lineare, subordinato all’attenta osservazione dei personaggi più che all’insieme ipertrofico dell’azione, come succede invece solitamente nel cinema del regista britannico.

Di fatto, Greengrass si fa rispettosamente da parte per allestire l’imponente spettacolo di un western che riequilibra il suo essere ormai inevitabilmente fuori dal tempo ancorandosi all’attualità per mezzo di un necessario diaframma allegorico. In pratica, Notizie dal mondo si aggancia all’essenza fordiana della ricerca del bianco rapito per narrare la problematicità del ritorno in uno scenario molto simile a quello che stiamo vivendo. Se quello della giovane Natalie Wood in Sentieri selvaggi era un puro atto materiale che si esauriva nell’abbraccio familiare e nell’esclusione dell’eroe emblema della wilderness, il ritorno della piccola Johanna (una stupefacente Helena Zengel, innocente e selvatica) è un complicato percorso perennemente in bilico tra memoria e identità, all’interno di un paese non riconciliato, ancora diviso e astioso a distanza di un lustro dalla fine della Guerra civile (il film è ambientato in Texas nel 1870). Il riferimento a una contemporaneità tormentata è fin troppo evidente, preda com’è della lacerazione tra un Sud ancora schiavo della sua totale insofferenza verso il potere costituito e del suo odio razzista nei confronti di afroamericani, nativi e messicani, osservando il quale non si può evitare il parallelismo con la stessa anima profonda dell’America da cui si è originato l’incubo Trump.

In quest’ottica, il viaggio di Tom Hanks, ex capitano dei Confederati, lui sì riconciliato a dispetto del nome corsaro (capitan Kidd), si presta a una lettura integrata nel suo evidente simbolismo. Egli è un lettore di notizie, una sorta di cantastorie della modernità, che for a dime, dieci centesimi di dollaro, comunica ciò che succede nell’intera nazione agli abitanti dei villaggi texani, ancora in conflitto sul piano ideologico, ma desiderosi di spaziare con l’immaginazione oltre la loro main street. Kidd è uno storyteller, non un cronista: riferisce enfatizzando, non si limita a riportare. Per di più seleziona a seconda della qualità dell’audience, non obbedisce a nessun’altra logica che non sia quella di ridurre le distanze e colmare i dissapori nei confronti degli unionisti. Perché Kidd ha combattuto per la secessione, ha riconosciuto la sconfitta e ora ha pragmaticamente giurato fedeltà all’Unione. E dopo la lacerazione c’è bisogno di storie che compattino la nazione e ricreino un’identità, un’origine, riferimenti comuni.

Il personaggio della piccola Johanna, infatti, è funzionale a queste radici estirpate da recuperare. Doppia orfana, rispetto alla sua famiglia naturale, sterminata dai kiowa, e dopo che gli stessi kiowa sono stati a loro volta uccisi dai soldati, Johanna rappresenta la palingenesi possibile per una nazione che ha smarrito il senso dell’origine. In un contesto che deve riformarsi, Johanna è il cittadino che nasce dalla mitopoiesi delle nuove storie, responsabili di un èpos riveduto e corretto a uso di una collettività rigenerata nei complessi meccanismi di pacificazione.«To move forward, you must remember first», per poter andare avanti bisogna prima ricordare, dice ad un certo punto del viaggio la bambina sfruttando un lampo di tedesco riaffiorato improvvisamente nei recessi della sua memoria martoriata dagli eventi. Per superare ciò che è accaduto e muoversi lungo quella linea retta che rappresenta l’incedere del viaggio ma anche l’eventualità grafica proposta dal film per approdare alla positività del futuro, è necessario rammentare la lezione del passato.

Greengrass parla del problematico presente sfruttando l’evidenza di un genere che sulla modulazione (qualcuno direbbe manipolazione) della Storia ― e delle storie che la compongono ― ha edificato la sua fortuna. Omaggia esplicitamente per creare la diretta filiazione rispetto all’argomento trattato (Johanna e Kidd incorniciati dal telaio della porta, come nell’oramai consunto ultimo piano di Sentieri selvaggi; il teatro dello sterminio della famiglia della bambina che ricorda molto da vicino la casa devastata di Rio Conchos; il padre-padrone della cittadina di Erath, Farley, ricalcato sul giudice Roy Bean pur senza l’ironia di John Huston...).

E si nutre delle sue consuetudini, talvolta appiattendo la narrazione in situazioni prevedibili (lo scontro a fuoco con gli spregevoli lenoni, per quanto spettacolare, ad esempio), in altre creando scene di grande suggestione, degne addirittura di un’ideale antologia, come quando sfrutta il topos dei nativi emanati direttamente dall’impeto della natura per farli comparire come presenza fantasmatica nel mezzo di una tempesta di sabbia. Ennesima immagine di Vanishing American, presente nell’immaginario culturale americano fin dal 1925, dai tempi di Zane Grey e George B. Seitz, qua drammatica rappresentazione di un mondo in costante trasmigrazione con il miraggio di un possibile progresso e il timore di una definitiva scomparsa.


 

Notizie dal mondo
Usa , 2020, 118'
Titolo originale:
News of the World
Regia:
Paul Greengrass
Sceneggiatura:
Paul Greengrass, Luke Davies (da un romanzo di Paulette Jiles)
Fotografia:
Dariusz Wolski
Montaggio:
William Goldenberg
Musica:
James Newton Howard
Cast:
Tom Hanks, Helena Zengel, Elizabeth Marvel, Mare Winningham, Neil Sandilands, Chukwudi Iwuji, Thomas Francis Murphy
Produzione:
Perfect World Pictures, Playtone, Pretty Pictures
Distribuzione:
Universal Pictures, Netflix

Nel 1870, nel Texas ancora ferito dalla sconfitta nella Guerra civile, Jefferson Kyle Kidd, ex capitano dell’esercito confederato, gira di città in città per leggere ad alta voce, durante affollatissime assemblee, le “notizie dal mondo” pubblicate sui giornali americani. Durante un trasferimento si imbatte nell’unica sopravvissuta all’agguato a una carovana, una bambina di origine tedesca vestita come una indiana. Il nome della bambina è Cicada, e prima ancora Johanna, orfana di una famiglia di coloni sterminata dai Kiowa e poi adottata dalla tribù. Deciso a consegnarla a un avamposto dell’esercito, Kidd sarà invece costretto ad accompagnare la bambina da alcuni suoi zii nel nord dello stato, attraversando con lei un territorio selvaggio e pericoloso.

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