David Fincher

The Killer

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Seconda collaborazione fra David Fincher e lo sceneggiatore Andrew Kevin Walker, che già avevano lavorato insieme per SevenThe Killer prova questa volta a mettere sotto i riflettori non la psiche contorta di un assassino seriale, ma quella metodica di un assassino prezzolato, che agisce su commissione. E – posto che nel cinema di genere nulla ormai si inventa, e tutto obbedisce al principio della rivisitazione di figure e clichés consolidatesi nei decenni – qui il cineasta di riferimento, che Fincher e Walker usano come punto di partenza e ispirazione, è il francese Jean Pierre Melville, i cui film ruotano intorno a figure di killer silenziosi e solitari, malinconici e imperturbabili, affascinanti nella loro apparente inespressività. Il protagonista di The Killer può essere considerato un loro epigono, per la solitudine, la pignoleria, la maniacale e monastica devozione al ruolo che ne caratterizzano le azioni. Con una differenza sostanziale e, come vedremo tra un attimo, gravida di conseguenze. In Melville la natura taciturna e introversa del personaggio viene rispettata sul piano della messa in scena, con la conseguenza di lasciare all’immaginazione dello spettatore il compito di indovinare quali siano le motivazioni dietro alla scelta di uccidere per denaro. Pochi come Melville, nel cinema del secondo dopoguerra, hanno saputo sfruttare l’eloquenza del silenzio, che circonda il personaggio come un’aureola, determinandone il fascino. Fincher e Walker al contrario distruggono questo dettaglio attraverso un uso ridondante della voce fuori campo, attraverso la quale ogni minimo pensiero del personaggio viene rivelato al pubblico: dettagli inerenti il suo lavoro, pillole di filosofia quotidiana legate alla professione, aforismi e massime che finiscono per farne una sorta di Nietzsche col silenziatore.

Dunque il killer di Fincher e Walker risulta una figura del tutto trasparente, pensieri e riflessioni puntualmente chiamati a corredare ogni sua singola azione. Sono troppo cattivo a pensare che Netflix, compagnia produttrice del film, voglia tenere il suo pubblico al minimo sindacale di sforzo e immaginazione, provvedendo qui alla costruzione di un personaggio che non ha zone d’ombra, sul quale non dobbiamo interrogarci, perché la voce over fa il lavoro per noi? Diciamo allora che il problema non sta nella committenza, ma è essenzialmente di ordine drammaturgico. Laddove in Seven i deliri millenaristici del personaggio di Kevin Spacey trovavano, nei diari come nei dialoghi con i due poliziotti che lo affrontavano, forme più fluide e verosimili di espressione, qui il killer-pensiero si manifesta in modo artificioso ed eccessivo, riempie lo spazio del film sino a neutralizzare lo spessore esistenziale della sua solitudine.


 

The Killer
Stati Uniti, 2023, 118'
Titolo originale:
id.
Regia:
David Fincher
Sceneggiatura:
Andrew Kevin Walker
Fotografia:
Erik Messerschmidt
Montaggio:
Kirk Baxter
Musica:
Trent Reznor, Atticus Ross
Cast:
Michael Fassbender, Tilda Swinton, Charles Parnell, Arliss Howard, Kerry O'Malley, Sophie Charlotte, Emiliano Pernía, Gabriel Polanco, Sala Baker, Endre Hules, Bernard Bygott, Monique Ganderton
Produzione:
Archaia Entertainment, Boom! Studios, Panic Pictures, Paramount Pictures, Plan B Entertainment
Distribuzione:
Netflix

Dopo un fatidico errore, un serial killer affronta i suoi mandanti in una missione di vendetta internazionale.

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