Salò o l'anarchia del potere

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In occasione del quarantennale dalla morte di Pier Paolo Pasolini, avvenuta il 2 novembre 1975, la Fondazione Cineteca di Bologna porta in sala la versione integrale dell'opera postuma del regista, restaurata dal laboratorio L'Immagine Ritrovata e CSC – Cineteca Nazionale in collaborazione con Alberto Grimaldi.

Vincitrice a Venezia 72 del Leone d'oro per il Miglior restauro, la nuova edizione di Salò o le 120 giornate di Sodoma trova ora anche una rinnovata veste home-video, in un cofanetto curato dall'ente bolognese assieme a Cinemazero, accompagnato da un ricco apparato di approfondimento con oltre due ore di materiale filmato e in buona parte inedito che rivela alcuni aspetti poco noti se non sconosciuti del film.

Con Backstage sul set di Salò e Pier Paolo Pasolini: l'intervista sotto l'albero, il regista, fotografo e giornalista Gideon Bachmann conduce una personale esplorazione nella realizzazione dell'opera. Nel primo filmato – parte di un più ampio progetto di documentario dedicato al poeta-cineasta mai realizzato a causa della sua scomparsa – il regista segue Pasolini durante le riprese lasciando trapelare il metodo di lavoro da lui impiegato in particolare durante le scene finali di tortura, caratterizzato da un estremo distacco, rigidità e una calma probabilmente dissimulata, specchio del disagio condiviso sul set, dovuto alla durezza degli atti messi in scena. Nell'intervista invece il dialogo tra i due verte sulle ragioni che hanno portato il regista alla realizzazione della pellicola e dunque sui messaggi in essa contenuta: il sesso come metafora della trasformazione del corpo in oggetto; l'inesistenza della Storia; l'omologazione borghese, la nuova società consumista e il ruolo dell'artista all'interno di essa.

Altrettanto significativi i cortometraggi Il laboratorio di Salò a cura di Roberto Chiesi e Salò, l'ultimo film di Pier Paolo Pasolini di Riccardo Costantini. Il primo presenta la ricostruzione delle scene tagliate del film attraverso le foto di scena di Deborah Beer e altri documenti di lavorazione, come il copione originale e annotazioni autografe del regista. Nel secondo invece, altri scatti inediti accompagnati dalla voce del cineasta durante le riprese del finale mettono in luce la ricerca estrema dell'effetto realistico che contraddistingue la pellicola. Qui il regista “usa” gli interpreti come marionette impartendo freddamente ordini precisi, dando loro così l'impressione di essere manipolati da quel potere anarchico e invisibile che domina, controlla e sfrutta corpi e coscienze, centro di buona parte della sua opera e qui denunciato con forza quasi aggressiva, con scioccante efficacia.

Gli extra proposti, oltre al booklet curato da Chiesi che ripercorre il contesto storico del film, si allontanano dalla mitizzazione pasoliniana in atto in questi anni e ancora di più negli ultimi mesi, mirante più a encomiare l'autore che a rinnovarne il discorso critico attorno all'opera. Una controtendenza che si esprime nelle parole di Chiesi stesso: “sfugge ad ogni mera celebrazione nella convinzione che il miglior modo di ricordare un grande artista sia mostrare, restaurare e studiare la sua opera”.

Salò o le 120 giornate di Sodoma (Italia-Francia, 1975, 116') DVD della versione integrale restaurata distribuito da Edizioni Cineteca e Cinemazero dal 2 novembre 2015