Indicazioni terapeutiche (5): Freccette

I miei amici critici di cinema sanno, ovvio, tante cose di cinema e di film. Su altri terreni sono in difficoltà. Una Mostra del Cinema può essere utile, oltre che per parlare e scrivere di cinema, per vedere dove va il cinema, per battagliare a favore o contro un film, anche per imparare qualcosa che non si conosce. Per esempio riguardo alle regole di un qualche sport poco o niente conosciuto.

Mi è capitato, all'edizione 2011 del Torino Film Festival, di incontrare per caso un critico mio amico, molto bravo e molto stimato, in un self-service, poco prima del film di apertura del festival che era L'arte di vincere (Moneyball) di Bennett Miller, un film sul baseball. Il mio amico critico non sapeva nulla di baseball. Allora ho preso la tovaglietta di carta e ho cercato in dieci minuti di spiegargli qualche regola, inning, basi, eliminati, home run, ball, strike, conto pieno... Troppa roba in un colpo solo, non ci ha capito molto. I film sul baseball, come L'arte di vincere (che era un bel film) in Italia non funzionano. Come non funzionano i film sul football americano, quarterback, kick off, wide receiver, running back, touchdown, special team, fumble, drive, first down... Figuriamoci se trovi un italiano che sa come si gioca a cricket.

Lo stesso per le freccette, quel gioco con un bersaglio circolare (diametro 453 mm) appeso a una parete e le tre freccette da tirare (da una distanza di 237 cm). Quello che tutti pensano – anche tutti i critici miei amici – è che con le tre freccette, ogni volta che è il tuo turno, bisogna cercare di centrare sempre il cerchietto più piccolo che sta al centro del bersaglio. No! Le freccette – in inglese “darts” – sono un gioco complicato dove i punti si calcolano in maniera strana (all'indietro!, si parte nelle gare importanti da 501 e si deve arrivare a zero, non sotto zero, proprio a zero esatto), dove ogni settore del bersaglio vale un certo punteggio e dove, per fare zero esatto bisogna colpire una zona precisa. Bene.

La Mostra di Venezia, precisamente la Settimana della Critica, con il bel film Zoran, il mio nipote scemo dell'esordiente Matteo Oleotto, protagonisti Giuseppe Battiston e il fenomeno delle freccette Rok Prašnikar, insegnerà agli spettatori e ai critici come si gioca a freccette. In più, il film è una bella commedia regionale, tra Friuli e Slovenia, buone battute, bei personaggi, intelligenza di racconto. (Avvertenza per i critici severi e ipercinefili: “Zoran”, purtroppo, non è un film triste e nelle recensioni non lo si potrà definire “rigoroso”.) (Evviva!).