Il film che...

Scrittore e sceneggiatore, vive tra Los Angeles e New York. Con il romanzo American Psycho (1991) ha creato un caso letterario internazionale, in Glamorama (1999) ha descritto il predominio dell'apparenza sulla sostanza propria degli anni Novanta, fino a sparpagliare molteplici replicanti di se stesso nell'ipnotico Luna Park (2005). Recentemente ha scritto The Canyons per Paul Schrader (uscito in Italia il 14 novembre distribuito da Adler Entertainment).

E i film che l'hanno segnato sono:

Il primo film che ricordi…

Tutti insieme appassionatamente, Mary Poppins, 2001:Odissea nello spazio, Il mago di Oz.

Il film che ti ha fatto venire voglia di scrivere

Ci sono stati dei libri che mi hanno invogliato a scrivere, ma non ci sono molti film che mi hanno fatto venir voglia di scrivere romanzi o narrativa in genere - sebbene ritengo di avere subito l’influenza della potente tecnica ondivaga dei film di Altman. I film che hanno avuto un impatto su di me, come per qualcuno che avrebbe voluto lavorare nel cinema, sono i film che ho visto per primi e con i quali sono cresciuto: l’epoca d'oro del cinema americano degli Anni Settanta. E sono troppi da elencare, ma molti di essi saranno citati più avanti.

Il film che ti ha fatto venire voglia di correre a fare le valigie e di partire…

Manhattan di Woody Allen – e in misura minore Io & Annie, Interiors e Stardust Memories – mostravano un'immagine di New York incredibilmente avvincente e sofisticata che da adolescente trovavo irresistibile (potrei anche aggiungere Gli occhi di Laura Mars di Irvin Kershner con la sua rappresentazione chic della spazzatura disseminata lungo le strade di Soho della fine degli Anni Settanta – molto glamour). Manhattan era quel tipo di film su New York che mi ha fatto venir voglia di scappare da Los Angeles e volgere lo sguardo verso Est.

Il film che ti ha fatto innamorare del protagonista…

Non mi sono mai innamorato del protagonista di un film. Ma Owen Wilson nel ruolo di Dignan in Un colpo da dilettanti di Wes Anderson ci è andato vicino, e direi anche Jason Schwartzman nel ruolo di Max in Rushmore, un altro film di Anderson. Se potessi aggiungerne un terzo, forse direi John Belushi nel Bluto di Animal House, un personaggio che rispecchiava i miei sentimenti anarchici di quegli anni. Come anche il personaggio interpretato da Tom Cruise in Risky Business - Fuori i vecchi… i figli ballano: il ragazzo di buona famiglia della classe media che arriva all’età adulta prostituendosi e praticando lo sfruttamento della prostituzione – proprio in stile americano. Di recente: Greta Gerwig in qualsiasi cosa faccia.

Il film che non ti stancheresti mai di rivedere…

I primi due episodi di Il Padrino. Welles: Quarto potere e L’infernale Quinlan. Hitchcock: La donna che visse due volte, Gli uccelli e Psyco. Shampoo di Hal Ashby. Barry Lyndon di Kubrick. A Venezia… un dicembre rosso shocking di Nic Roeg. Il lungo addio di Altman. Carrie, lo sguardo di Satana e Il fantasma del palcoscenico di Brian De Palma. E.T. l'extraterrestre (E.T.) di Spielberg - un film perfetto.

Il film che bisognerebbe mandare nello spazio per testimoniare la nostra esistenza…

Quarto potere, Il Padrino, La donna che visse due volte, Taxi Driver, Nashville, e forse anche Apocalypse Now Redux, la versione restaurata di Apocalypse Now.

La scena più erotica che ti è rimasta impressa di un film…

Beh, onestamente i film più erotici sono i porno… Non penso che i film tradizionali possano funzionare esclusivamente come fonte di eccitazione sessuale – che è appunto ciò che fa il porno. Da adulto, raramente mi fanno sesso i film erotici tradizionali. Ma quando ero più giovane ho ritenuto La febbre del sabato sera scandalosamente sexy per un tredicenne come me. All'incirca alla stessa età, c’è poi stata una scena di sesso in Novecento di Bertolucci tra Robert De Niro e Dominique Sanda che mi era sembrata incredibilmente eccitante – tutto questo prima di aver avuto accesso al porno.

Richard Gere in American Gigolo (e anche in Yankees e Una strada chiamata domani) ha rappresentato una potente icona erotica di mascolinità – l’attore che mi ha fatto capire che guardare un film è un’esperienza bisessuale. A quattordici anni, quando ho visto Gere fare sesso con Diane Keaton nel film In cerca di Mr. Goodbar (Looking For Mr. Goodbar) qualcosa in me è cambiato per sempre.

Un film che ti ha cambiato la vita…

I giorni del cielo di Terrence Malick mi ha fatto definitivamente capire che i film sono soprattutto esperienze visive e che la storia, l'articolazione narrativa e i dialoghi, sono ben poca cosa senza un mondo visivo che li sostenga – il cui spirito deve essere stabilito a priori (che si stia parlando di Halloween - La notte delle streghe o di Incontriamoci a Saint Louis) se si vuole che un film riesca bene. Ci avevo molto riflettuto da giovane cinefilo, ma la prima visione di I giorni del cielo nel 1978 aveva cristallizzato in me questa convinzione. Successivamente, visionando i film di Jean-Luc Godard, tutto ciò per me era diventato ancora più evidente: Il disprezzo, Il maschio e la femmina, Week end, un uomo e una donna dal sabato alla domenica - sono film ideologici supportati da un’intensa costruzione visiva.

Il film che ti era stato vietato quando eri piccolo ma che hai guardato lo stesso…

Forse uno o due, anche se i miei genitori erano piuttosto tolleranti su quello che potevo o non potevo guardare, ma L’esorcista era un film assolutamente proibito. Avevo dieci anni e volevo vederlo ad ogni costo per capire il motivo di quel divieto ma non c'era proprio stato modo. Era proibito per i ragazzini, un tabù. Ma la mia famiglia viveva in una delle prime zone di Los Angeles - in America! – dove c'era la televisione via cavo. E, a un anno dall'uscita nelle sale, L’esorcista è stato trasmesso in tv a casa nostra e non c'è stato nulla che i miei genitori abbiano potuto fare – non c’erano al tempo codici di protezione o cose simili. Non potevano supervisionare o controllare cosa guardavo – era un'altra epoca.

Così, un paio di amici erano venuti a trovarmi e l'abbiamo visto – il tutto con il pretesto di un innocente pigiama party. Abbiamo iniziato a guardarlo silenziosamente in soggezione e quel film ha traumatizzato una stanza di undicenni. Ricordo ancora il brivido di terrore puro che ho vissuto durante le prime profanazioni del personaggio interpretato da Linda Blair. Era molto peggio di ciò che avevo immaginato (e la scena della puntura endorachidea mi ha fatto quasi svenire).

Sono sopravvissuto, ma probabilmente avrei dovuto aspettare ancora qualche anno per vederlo. Non avevo proprio bisogno di essere così ingenuamente sconvolto a undici anni – ma per un caso bizzarro più ci pensavo e meno mi terrorizzava (il Diavolo mi possederà? Davvero?) e, un anno dopo quando è uscito Lo squalo, un ragazzo che amava nuotare nell’Oceano Pacifico improvvisamente ha cessato di entrare in acqua… (uno squalo può divorare ragazzi della mia età? Si. Decisamente. Proprio così). Lo squalo ha finito per diventare un film molto più angosciante di L’esorcista perché era inserito in una realtà che io potevo toccare con mano. Ma i miei genitori avevano avuto ragione inizialmente su L’esorcista – una delle poche volte in cui avevano avuto ragione.

(Si ringrazia Maya Reggi, Raffaella Spizzichino, Carlo Dutto)