Concorso

Wildfire di Cathy Brady

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Non mancano certo gli elementi di melodramma in questa ambiziosa mise en abime della esordiente Cathy Brady: le lacerazioni della guerra civile nordirlandese interpretate attraverso il rapporto tormentato tra due sorelle, Kelly e Lauren, che si ritrovano dopo anni in una cittadina di frontiera tra le due Irlande, appena dopo che è stato finalmente varato il sospirato Accordo del Venerdì.

Pacificazione sì, ma anche diversi traumi che ancora non si sono cicatrizzati. Il padre delle due ragazze è rimasto ucciso in un attentato, la madre si è suicidata: ovvio che le due figlie non possano essere del tutto a posto. Il film si apre su di un montaggio che dà subito l'idea della natura allegorica del tutto: immagini d'archivio di bombe, negoziazioni e liberazioni di prigionieri riassumono rapidamente la storia della divisione tra nord e sud del Paese. Verità, riconciliazione, e il loro impatto su di una comunità, su individui risentiti, che pensano che il loro dolore non sia stato affatto risarcito. La regista, subito dopo, chiama perfino in causa la Brexit e la minaccia che essa pone alla fragile pace d'Irlanda. Dunque, il tema del film è la lacerazione che la Storia impone sulle storie individuali dei singoli, che ne vengono spazzate via senza pietà.

Cuore del film è però il rapporto tra le due sorelle, ugualmente disturbate anche se in maniera diversa. Kelly è sposata, e ha trovato un precario equilibrio; l'altra, invece, è una nomade senza casa, e quando torna dopo una assenza di due anni, ecco che la sua “pazzia” contagia anche la sorella. Buco nero è il mistero della morte della madre, a cui le due assistettero da bambine, con conseguente senso di colpa. La comunità locale, naturalmente, le ha già etichettate come “diverse”, anche per nascondere peccati, magagne e responsabilità. La relazione tra le due donne è schizofrenica: si passa da momenti di felicità anche fisica, ad esempio quando vanno a nuotare assieme nel fiume o si danno la battuta a proposito della loro situazione, a momenti di angoscia, quando  Kelly indossa il vestito rosso della madre morta e terrorizza letteralmente Lauren, oppure quando, di notte, si mette a fare giardinaggio esasperando il cognato, sempre più contrariato dalla sua presenza.

Di fatto, si ha sempre l'impressione che un tetro buio circonda la loro esistenza, pronto a inghiottirle per sempre. La scena madre della rivelazione avviene in un pub, quando le due si scagliano contro il responsabile della morte del padre e delle loro disgrazie. Come spesso avviene in questo tipo di film molto “carichi” emotivamente, gran parte del loro peso è sulle spalle degli attori, in questo caso delle due attrici, una delle quali purtroppo, Nika McGuigan che interpreta Kelly, è morta subito dopo le riprese del film per un cancro. Fatto che proietta una ulteriore ombra di tristezza su un film amaro di suo, nel quale la regista ha infilato forse troppe cose tutte assieme con il rischio di qualche passaggio effettivamente un po' brusco. Però, non si può non apprezzare la passione che la Brady ha dispiegato nel raccontare una storia di anime spezzate.