Kim Rossi Stuart

Brado

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Brado, vivere allo stato brado, essere liberi. Riferito a una persona, significa «in condizioni di assoluta libertà, o anche in modo quasi selvatico, rozzo, poco socievole» (Dizionario Treccani). Libertà, irriducibilità. Anche libero va bene è non a caso il titolo del primo film di Kim Rossi Stuart da regista, anche se in quel caso la parola “libero” si riferiva al ruolo nel gioco del calcio, per il bambino protagonista.

E in effetti Brado, l’ultima fatica del regista, è legato a doppio filo sia a questo primo film, del 2005, sia al secondo, Tommaso, del 2016: una triade sulla famiglia e soprattutto sul rapporto padre – figlio, con forti rimandi autobiografici (questo film è tra l’altro dedicato al padre): stessi nomi dei personaggi, stessi attori, stesse dinamiche familiari, come se il Tommaso del secondo film fosse quell’adulto che sono diventati il bambino del primo e il ragazzo del terzo. Un padre rude, schietto, burbero quando non collerico e violento, che vorrebbe che il figlio fosse “forte”. E con cui il figlio si trova a scontrarsi, dopo aver cercato, in questo film, di sottrarsi alla sua presenza annichilente e di farsi una vita propria. Anche se, lo sappiamo, i figli tendono a ripetere gli errori dei genitori, fino a che non compiono un vero percorso di distacco; un distacco che è anche vicinanza.

La cornice che Rossi Stuart dà a questa sua opera è quella del western, una cornice di genere che si distanzia da quella realistico-sociologica (oltre che psicologica) dell'esordio e da quella decisamente psicologica, e a tratti onirica, del titolo successivo. Cornice che richiama molto cinema americano, da Clint Eastwood (anche come figura e quindi come autore, nella sua inflessibile coerenza valoriale) all’epopea del western classico e ad opere più indipendenti come The Rider - Il sogno di un cowboy di Chloé Zhao (2017), apparentato a Brado per molti elementi (gli infortuni del lavoro con i cavalli, in quel caso i rodei, il rapporto difficile tra un padre e un figlio, le atmosfere e i paesaggi, anche se lì si trattava di una riserva indiana, qui del ranch che Renato ha messo in piedi per fuggire dal mondo, e che si chiama Brado). 

Il cuore di Brado sta nella richiesta che Renato, infortunatosi seriamente nel tentativo di domare un cavallo selvaggio, fa al figlio Tommaso, che vive in città e ha un altro lavoro, di addestrare l’animale per permettergli di partecipare alle competizioni, e poterci così guadagnare qualcosa; in una situazione di degrado, personale e del ranch, che Tommaso fa fatica ad accettare, anche perché, a quanto sembra, per il padre perdere soldi con i cavalli e poi acquistarne di scarsi da addestrare per poter vincere qualche gara, è una coazione a ripetere. La moglie lo ha lasciato molti anni prima, dopo vari tradimenti; lui si è lasciato andare e sembra desiderare solo la morte. Quando il figlio gli offre aiuto per domare il cavallo in questione, si sviluppa tra i due una dinamica per cui sembra che quello che fa il ragazzo non basti mai, sia sempre troppo poco. Il padre infierisce su di lui psicologicamente, lo maltratta, lo ritiene un buono a nulla, fino a che lui non riesce effettivamente a montare il cavallo; allora la storia prende un’altra piega che è una piega di redenzione ma anche di morte, del cavallo e dell’uomo, che avvicina definitivamente i due e fa sì che Tommaso sciolga i nodi del passato, per potersi aprire al futuro. Con una ragazza che non è più quella che lo teneva sul filo del rasoio senza amarlo davvero, come sua mamma aveva fatto con suo papà.


 

Brado
Italia, 2022, 116'
Regia:
Kim Rossi Stuart
Sceneggiatura:
Kim Rossi Stuart, Massimo Gaudioso
Fotografia:
Matteo Cocco
Montaggio:
Alessio Rivellino
Musica:
Andrea Guerra
Cast:
Kim Rossi Stuart, Barbora Bobulova, Saul Nanni, Federica Pocaterra, Viola Sofia Betti, Alma Noce, Paola Lavini
Produzione:
Palomar, Vision Distribution
Distribuzione:
Vision Distribution

Un figlio che non voleva più avere niente a che fare con suo padre, è costretto ad aiutarlo a mandare avanti il ranch di famiglia dopo che questi si è fratturato alcune ossa. I due si ritrovano per addestrare un cavallo recalcitrante e portarlo a vincere una competizione di cross-country, ma allo stesso tempo provano a sciogliere quel grumo di rabbia, ostilità, rancore, che ha impedito loro per tanto tempo di essere vicini. È un difficile percorso a ostacoli quello che deve compiere il cavallo, ma anche quello che devono affrontare i due per ricostruire l’amore e la vicinanza che avevano perduto. In questa impresa li aiuterà un’addestratrice di cavalli, di cui il giovane si innamora.

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