Natalia Beristáin

Eterno femminile

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Poco conosciuta in Italia, Rosario Castellanos è stata poetessa e scrittrice di testi di varia natura. Nei suoi versi l’autrice messicana parlava di sé per riflettere sulla vita e sulla condizione subalterna della donna nella società maschilista e patriarcale del suo Paese, anche se di fatto il disagio e il desiderio di autonomia che emergono dalle sue opere trovavano uguale riscontro altrove e continuano a essere di un’attualità disarmante anche ai giorni nostri.

Formatasi negli anni delle contestazioni studentesche, Rosario nacque a Città del Messico nel 1927 e morì prematuramente nel 1974, mentre si trovava a Tel Aviv dove ricopriva la carica istituzionale di diplomatica. La causa del decesso rientra tra i più sfortunati e banali incidenti domestici che possano capitare: una fatale scarica elettrica. Ciò detto, il ruolo di ambasciatrice del Messico in terra straniera è sintomatico di una donna coerente col proprio pensiero, disposta a rinunciare alla stabilità del matrimonio e ai piaceri che la vicinanza di un figlio può dare in nome di un’emancipazione dalle convenzioni sociali che volevano, e tuttora vorrebbero, le donne relegate alla mera funzione di mogli e di madri.

Intorno a questo tema, fondamentale e in larga parte ancora irrisolto, ruota di fatto anche il film della giovane regista Natalia Beristáin, già autrice nel 2012 di No quiero dormir sola, passato alla Settimana della critica di Venezia. Ed è sempre su questo tema che trova giustificazione l’evanescente titolo italiano – e internazionale – del film, Eterno femminile, rispetto al più puntuale e autobiografico Los adioses dell’originale che cita una delle poesie più significative di Rosario.

Non a caso. Il film, infatti, affronta vari aspetti della femminilità, scavando nella vita coniugale della Castellanos e del rapporto conflittuale col suo compagno di una vita, e poi marito, Ricardo Guerra, professore universitario di filosofia e ideologo marxista, insofferente verso gli atteggiamenti rivoluzionari di cui si faceva portavoce Rosario, nonostante le sue apparenti inclinazioni progressiste. Un tipico atteggiamento maschile, questo, riscontrabile nella maggior parte dei cosiddetti uomini alfa, fedifraghi e tutt’altro che perfetti.

La Beristáin fa cominciare il film in medias res, con Rosario e Ricardo che si rincontrano da adulti per riprendere una relazione iniziata da ragazzi, quando si erano conosciuti in occasione delle assemblee studentesche all’università, e interrottasi successivamente a causa di un’incompatibilità intellettuale che finisce per avere la meglio sull’indiscutibile amore che li lega. I due, dopo una ripresa del rapporto che sembra appianare gli attriti pregressi, si separeranno nuovamente, e per sempre, nonostante un matrimonio e la nascita del figlio Gabriel.

Passato e presente si alternano in un gioco a incastro che permette alla regista di raccontare la figura di questa donna affascinante e tormentata (soffrì di depressione a seguito di alcuni aborti spontanei) senza ricorrere a strutture narrative facili e lineari. Scelta stilistica coerente ed efficace per restituire allo stesso tempo il linguaggio poetico che contraddistingue l’opera letteraria della Castellanos.

Considerata la scarsa frequenza con cui la cinematografia latinoamericana trova spazio nella nostra distribuzione, è un bene che un film come Eterno femminile arrivi nelle nostre sale, fosse solo per farci conoscere meglio un nuovo ritratto di donna potente e illuminante, ancora in grado di accendere gli animi del genere femminile e far sentire in difetto la controparte maschile.

Eterno femminile
Messico, 2017, 85'
Titolo originale:
Los adioses
Regia:
Natalia Beristáin
Sceneggiatura:
Javier Peñalosa, María Renée Prudencio
Fotografia:
Dariela Ludlow
Montaggio:
Miguel Schverdfinger
Cast:
Ari Albarrán, Daniel Gimenez Cacho, Karina Gidi, Pedro de Tavira, Tessa Ia
Produzione:
Woo Films
Distribuzione:
Ahora! Film

Studentessa universitaria introversa, Rosario Castellanos diventa una delle principali protagoniste della letteratura messicana che, con la sua scrittura, combatte una società maschilista. La sua contrastata storia d'amore con Ricardo Guerra mostra un lato fragile e contraddittorio della sua personalità. Sarà all'apice della sua carriera e nel momento migliore della sua relazione che Rosario darà il via a un dibattito che segnerà una svolta decisiva nella sua vita.

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