"Outrage Beyond" di Takeshi Kitano

Il vuoto degli yakuza

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Il fenomeno è iniziato timidamente nel remoto passato, con alcuni film di grandi autori ignorati dalla distribuzione italiana e doppiati appositamente dalla RAI per iniziativa di Claudio G. Fava o di altri critici benefattori. Poi, negli anni '80 e '90, è diventato sempre più difficile seguire la diffusione di un numero via via indiscriminato di film di ogni genere, livello e nazionalità che non conoscevano mai l'uscita in sala ma arrivavano direttamente sui teleschermi delle reti nazionali o private, oppure in home video. Negli ultimi vent'anni si è assistito ad un ulteriore incremento di questo fenomeno diventato ancora più casuale e indifferenziato, così che può capitare di scoprire programmato in un'ora ingrata del mattino sui teleschermi satellitari o del digitale terrestre un film che l'anno prima era stato accolto con favore in un festival ma che i distributori nostrani avevano condannato all'oblio. Un caso unico, un'oasi nel degrado televisivo, è naturalmente rappresentato da “Fuori Orario” e dal lavoro di Ghezzi, Roberto Turigliatto e della redazione che da molto tempo ormai ci permette di inoltrarci nelle lande più affascinanti, inesplorate e misteriose degli inediti cinematografici. In questa rubrica cercheremo quindi di recensire alcuni dei film che arrivano in Italia soltanto sugli schermi alternativi alle sale. (Roberto Chiesi)

Outrage Beyond giunge al pubblico italiano direttamente in home video dopo oltre un anno dalla fredda accoglienza a Venezia 2012, confermando il disinteresse verso Kitano della nostra distribuzione da un decennio a questa parte e parallelamente il distacco di una certa critica, ottusamente limitata nell'interpretare come mancanza d'inventiva e perdita d'ispirazione un'evoluzione artistica come quella dell'autore giapponese, che mira a una rilettura del suo cinema attraverso la decostruzione della propria immagine autoriale per porre fine così a una prima fase produttiva.

Forte in patria del maggiore incasso della carriera con il precedente Outrage (2010) e coerente con il suo intento auto-revisionista, “Beat” Takeshi prosegue la rivisitazione dell'universo narrativo del yakuza eiga per offrirne una rappresentazione lontana da Boiling Point, Sonatine o Hana-bi, spogliata di qualsiasi epicità o romantico idealismo.

Il dittico presenta ben poco del pulp che ha reso noto il regista. Quasi privi degli estetismi tipici del suo stile, degli spiazzanti sketch comici e dei placidi spazi scenografici dove la sanguinaria violenza irrompeva improvvisa, i due film – riflessi forse della depressione che il cineasta non ha mai celato – si fanno sentore del vuoto etico di una comunità che ha smarrito i suoi valori, facendone insulsi rituali legati a una tradizione ormai definitivamente perduta, di cui l'organizzazione yakuza per la quale “non basta più tagliarsi un dito” ne è metafora.

Ancora più che nel precedente, nel secondo ed evidentemente non ultimo capitolo della saga del gangster Otomo, le faide interne, i tradimenti e i complotti tra “teppistelli” arrivisti non sono che il segnale di una crescente corruzione morale quanto materiale estesa a tutti i livelli, istituzioni comprese, come dimostrano le frequenti collusioni tra clan, politici e polizia.

Una società putrescente dove si può solo cercare di sopravvivere, come il protagonista che – ingannato dai suoi stessi uomini e fratelli nel primo film – uscito di prigione nel successivo, sceglie la strada della vendetta non per una questione di onore, ma di salvezza. Vero anti-eroe contemporaneo Otomo/Kitano, cosciente di appartenere oramai al passato, non può che saldare i conti con l'oggi per lasciarselo alle spalle. Mors tua vita mea.

Outrage Beyond (Autoreiji: Biyondo, 2012) DVD italiano distribuito da Rai Cinema – 01 Distribution dal 14 Gennaio 2014