Metz, che era uno che la sapeva lunga, l'avrebbe chiamato "sintagma a graffa". A noi, che la sappiamo sicuramente meno lunga, sovviene l'impressione che davvero si tratti di una parentesi, che poi sia a graffa, quadra o tonda, poco importa. In una serie televisiva come Mindhunter, in cui il tentativo di penetrare la mente dei serial killer per dare inizio alla moderna criminologia presenta risvolti sorprendenti merito di una scrittura precisa e incalzante, c'è un momento di montaggio davvero sopraffino. Quasi un videoclip, un altro, dopo quello del (dis)Sequenze#16, che però questa volta scorre sulle note d'antan della Steve Miller Band, Fly Like an Eagle. Una parentesi, pura e semplice. Che parte dal baule di un'auto aperto per collocarvi il materiale che serve ai due agenti dell'FBI nel loro tour, e con il baule termina, dopo un minuto e tredici secondi. Siamo nel secondo episodio, regia d'autore di David Fincher. Tra un baule che si apre e uno che si chiude, c'è di mezzo tutta la progressione delle abitudini di viaggio dei due agenti protagonisti. Il sonno vicendevole, il fumo inatteso di un radiatore, le pessime abitudini alimentari postate come se fosse foodporn, l'Alka-Seltzer che ne consegue, i sonni casuali, le sobrie stanze d'albergo, la pulizia mattutina, la frugale colazione, le aspirine, le sigarette, le diverse letture, i sonni agitati, i sonni rubati, i rifornimenti di carburante, le forature impreviste, le scuse a casa per l'assenza prolungata, le valigie che si svuotano, la scoperta dei servizi igienici, i cibi velocemente consumati nell'abitacolo, il tragitto interrotto dalla polizia, che guarda i documenti, saluta riverente e lascia ripartire, i rifiuti accumulati, le auto cambiate, le insegne dei motel e il baule che stancamente, alla fine, si richiude.
Un montaggio rapido, sequenziale, ma potrebbe anche non esserlo o esserlo in modo del tutto diverso.
Segnala una progressione, ma in realtà riempie il vuoto del viaggio con i piccoli atti che gli forniscono un reale senso. Avanza per frammenti, per piani accennati, per dettagli pregnanti, ma il legame tra essi ci mostra la fatica, la noia e il disagio esistente tra un luogo e l'altro. Evidenzia la quotidianità e dà per scontato il rapporto tra i personaggi grazie agli sguardi, alla distanza tra i corpi, all'avvicendarsi dei volti. L'armonia è resa dall'identità dei volumi, dalla ripetizione dei motivi, dal rapido aprirsi e chiudersi di azioni elementari, dalla sommatoria di atti e oggetti simili. Si avanza per analogia, si procede per reciprocità, si giunge alla circolarità. Un piccolo trattato di montaggio che si apre, mostra le sue potenzialità, arricchisce il senso e si chiude su se stesso, dispiegando il suo fascino sul resto dell'intero episodio.