Una sassata fa scoppiare un palloncino nel cielo di Parigi, una tempesta fa precipitare un elicottero nei cieli dell'Iran.
I due eventi hanno in comune un nome: Albert Lamorisse, nato in questo giorno. È un regista francese, oggi quasi dimenticato, ma un vero autore di culto (e di massa) negli anni '50, grazie ai suoi poetici (ci mette mano anche Jacques Prévert) cortometraggi: Bim (1949), storia di un asinello, Crin blanc (1953), storia di un cavallo selvaggio, e soprattutto il mediometraggio Il palloncino rosso (1956), Palma d'oro a Cannes e Oscar per la migliore sceneggiatura.
«Nell'andare a scuola, il piccolo e solitario Pascal trova un palloncino impigliato a un lampione a gas. I due diventano amici. Il pallone segue il bambino dappertutto, con qualche inconveniente. Quando una sassata cattiva lo fa scoppiare, tutti i palloni di Parigi si danno convegno da Pascal e lo portano in cielo. Amate le poesie di Prévert, quello più dolce? È il film per voi. Non un'immagine di troppo, non un'invenzione fine a sé stessa, dialoghi ridotti al minimo, una calcolata mistura di buffo e di patetico e il grigio della vecchia Parigi (Montmartre) con il contrappunto rosso del pallone» (Morandini).
Lamorisse, che non regge alla misura del lungometraggio (Le voyage en ballon, 1960; Fifi la plume, 1964), scompare a soli 48 anni, il 22 giugno 1970, precipitando durante le riprese del documentario Le vent des amoureux, ma non ci lascia solo i suoi pur dimenticati film. Ancora adolescente aveva ideato un gioco da tavolo, brevettato nel 1954, con il nome La Conquête du Monde: niente meno che il nostro Risiko! Ma anche di questa paternità si è persa memoria.