Nasce a Pescia (Siena) un personaggio da romanzo, dalla vita perlomeno tumultuosa.
A 16 anni si aggrega alla famigerata X Mas di Junio Valerio Borghese (cui dedica nel 1998 un importante film, X Flottiglia Mas, per Rai Storia), a 22 è membro del Pci, partito cui resta fedele sino al 1990 (è tra gli autori del documentario L'addio a Enrico Berlinguer, 1984), quando – caso forse unico – ottiene da Fidel Castro in persona l'iscrizione al Partito comunista cubano.
Non vi basta? Noto per l'attività di paroliere (nel 1961 firma Il tuo bacio è come un rock, cui segue 24.000 baci), produce per lo stesso Adriano Celentano il suo primo film, Super rapina a Milano, di cui cura, non accreditato, la regia, e resta legato anche in seguito al mondo della musica leggera presiedendo per cinque anni la commissione selezionatrice del Festival di Sanremo.
Ancora non vi basta? Attivo nel cinema dal 1950 come sceneggiatore (tra l'altro per i musicarelli I ragazzi del juke-box, 1959, e Urlatori alla sbarra, 1960, di Lucio Fulci), dirige il primo film, non a caso Sanremo, la grande sfida (anche interprete), nel 1960, cui segue disordinatamente un'altra dozzina di titoli. Si ricordano: Io bacio... tu baci (1961), Mister X (1996, firmato Donald Murray), Il dio serpente (1970), Il Decamerone nero (1972), l'autobiografico Nella misura in cui... (1978), Provocazione (1988, l'unica pellicola per sale "normali" con Moana Pozzi), lo sfortunato La rumbera (1999). Sua anche la sceneggiatura di Django (Sergio Corbucci, 1966), il film unchained da Quentin Tarantino. E ditemi se è poco.
Se volete vederlo sullo schermo, eccolo tra gli interpreti di Turné (1989, di Gabriele Salvatores).
E se ancora non l'avete riconosciuto, si chiamava Piero Vivarelli e ci ha lasciato l'8 settembre (data per lui fatidica) 2010 all'età di 83 anni.