Si dice spesso che dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna. Niente di più vero nel caso del premio Nobel Dario Fo. La cui vita è legata a quella di Franca Rame, nata in questo giorno.
Figlia d’arte, discendente da una famiglia dedita dal ‘600 al teatro dei burattini e delle marionette, nasce praticamente sul palcoscenico. Il suo vero esordio è del 1950, nella rivista (compagnia Tino Scotti): una bionda platino, dal fisico esuberante e dall’aria un po’ svampita, secondo un cliché che resta invariato nelle sue poche interpretazioni cinematografiche: Lo sai che i papaveri (1952, di Marcello Marchesi), Rascel-Fifì (1956, di Guido Leoni), Il cocco di mamma (1957, di Mauro Morassi), Caporale di giornata (1964, di Carlo Ludovico Bragaglia). Vanno meglio le cose per lei nel curioso Lo svitato (1956, di Carlo Lizzani) e soprattutto nel godibilissimo episodio Il mondo è dei ricchi in Extraconiugale (1964, di Mino Guerrini).
La sua vita cambia nel 1958 quando, assieme al marito (sposato nel 1954) fonda la Compagnia Dario Fo-Franca Rame, cui seguono nel 1968 il collettivo Nuova Scena e successivamente il gruppo di lavoro La Comune: dalla commedia irriverente e un po’ surreale agli spettacoli di satira feroce e di controinformazione militante. Sostenitrice del Soccorso Rosso, attivissima nel movimento femminista (anche come autrice e interprete dei lavori Tutta casa, letto e chiesa, Grasso è bello!, La madre, nonché, nel 1981, a seguito della violenza subita, di Lo stupro), viene eletta senatrice nel 2006. La si può rivedere nei documentari Nobel per due (1998, di Luciano Lorena e Filippo Piscopo) e Io non sono moderato! (2007, di Andrea Nobile).
Una donna coraggiosa, addirittura impavida, la cui forte presenza scenica, incredibilmente accresciutasi con il passare degli anni, diventa esperienza di vita, di umanità, di impegno. Muore il 29 maggio 2013 a Milano, all’età di 83 anni.