L'altra faccia delle lune

L'altra faccia delle lune

Il cinema secondo Sonego

«Sonego di mestiere fa il contaballe», una definizione, questa di Gillo Pontecorvo, che suona come un complimento. E di “balle” ne ha raccontate tante il bellunese Rodolfo, nato in questo giorno, nei suoi 80 film come sceneggiatore e spesso anche soggettista e – per paradosso – soprattutto nei 41 non realizzati. Come quello, immaginario, di cui lui stesso racconta una scena, relativa ai primi anni '80:

«L'impressione che mi fece Silvio Berlusconi [gli aveva fatto «un contratto di novanta milioni all'anno per due anni: non scrissi una riga, non feci niente»] fu quella stessa che avevo provato anni prima nell'ufficio di Dino De Laurentiis incontrando Alighiero Noschese... Una sensazione di fastidio agli occhi come quando hai davanti un vetro doppio o vedi un'immagine sfalsata. Tornando a casa dall'incontro con Noschese ricordo benissimo che pensai che non avrei saputo disegnarlo, io che disegno così facilmente.. Non avrei saputo perché lui era senza faccia o meglio era una faccia che diventava troppo facilmente un'altra faccia... E Berlusconi mi aveva fatto questo stesso identico tipo di impressione. Tutto impomatato, tutto allisciato, come quelle signore che si rifanno completamente il viso, da vecchie per ritornare giovani... Ma lui era giovane, era un uomo di forse neanche cinquant'anni» (da Il cinema secondo Sonego, a cura di Tatti Sanguineti, Transeuropa, 2000). Un libro prezioso, che ce lo consegna nel duplice aspetto di curioso giramondo e di osservatore della minuta realtà provinciale.

Comandante durante la Resistenza della brigata Fratelli Bandiera con il nome di battaglia di Benvenuto Cellini (e vi saranno tracce autobiografiche in Una vita difficile), è proprio l'esperienza partigiana ad avvicinarlo al cinema come consulente: Pian delle stelle (1946) di Giorgio Ferroni. Attivo dal 1947 (Tombolo, paradiso nero, 1947, dello stesso Ferroni) all'anno della scomparsa (il televisivo Provincia segreta 2 - I delitti della casa sul fiume, 2000, di Massaro), è il principale artefice della fortuna di Alberto Sordi con cui inizia a collaborare per Il seduttore (1954, di Franco Rossi) e con cui ancora si intrattiene per Incontri proibiti (1998, dello stesso Sordi), con meriti e demeriti equamente distribuiti fra i due.

Con o senza la presenza dell'attore, i suoi film più memorabili restano La spiaggia (1953, di Lattuada), Un eroe dei nostri tempi (1955, di Monicelli), Il carro armato dell'8 settembre (1960, di Puccini), La ragazza in vetrina (1961, di Emmer), Una vita difficile (1961, di Risi), Il diavolo (1963, dell'amico Gian Luigi Polidoro), Il disco volante (1964, di Tinto Brass), Lo scopone scientifico (1972, di Comencini), Tutti dentro (1984, di Sordi), Troppo forte (1986, di Verdone).

Autore non accreditato del soggetto di Il sorpasso (1962, di Risi), proprio dall’immagine di questo film Sonego aveva sintetizzato il suo modo di scrivere per il cinema:

«Se un giorno qualcuno si mettesse a risunteggiare e a riscalettare molti dei miei copioni si imbatterebbe nell’evidenza che ci sono un sacco di piccoli e grandi sorpassi nelle mie storie».