L'altra faccia delle lune

L'altra faccia delle lune

Cinema a luci rosse

A Milano, il cinema Majestic (già Delle Stelle) di via Lambro 14, classica sala domenicale per famiglie, viene trasformato in primo locale ufficiale a luci rosse, con il nome di Majestic Sexi Movie. All'inaugurazione, e nei primi tempi, sono presenti disinibite giovani coppie ex sessantottine, rigorosamente etero, ma il prodotto spesso delude e l'audience ben presto si trasforma.

L'iniziativa di Luigi De Pedys (da non confondersi con l'Enrico De Pedis della banda della Magliana), titolare della Arco Film, viene quasi subito imitata in tutta Italia (dove peraltro esistono già, come a Firenze e a Roma, pidocchietti specializzati) da decine di altri cinema in crisi: un fenomeno destinato a durare a lungo, tanto che, quando nel 1997 viene celebrato il singolare ventennale del Majestic, a Milano ne restano attivi pur sempre 15 (da A come Academy a Z come Zodiaco). Trascorrono altri anni, che vedono il progressivo passaggio della pornovisione ai VHS, ai DVD, al Web, lasciando l'uso delle sale a diversi e ostinati fruitori, ma l'epilogo del fenomeno sa di grottesco e di surreale.

Che i cinema a luci rosse non fossero proprio locali per educande e giovinetti era più che ovvio. Ma non si conosceva l'ulteriore evoluzione: che si potesse fare a meno dei film, pur facendo pagare regolare biglietto d'ingresso. Ebbene la Procura di Milano il 19 settembre 2013 porrà sotto sequestro i cinema Ambra, Sempione e Garden, imputando a gestori e loro collaboratori di garantirsi il guadagno «non in ragione dei film, peraltro spezzoni ripetuti senza soluzione di continuità, ma dalla frequentazione di uomini dediti alla prostituzione e di uomini in cerca di tali prestazioni», con rapporti che «potevano svolgersi interamente in ogni luogo: nella sala proiezioni, nei bagni e anche nell'atrio».

Insomma, una forma di cinema totale e totalizzante.