L'altra faccia delle lune

L'altra faccia delle lune

Diabolico ma non troppo

Se il fatto può costituire un evento, è il giorno in cui compare in edicola il primo albo di Diabolik.

Madri o madrine sono due timorate ma intraprendenti sorelle lombarde, Angela (1922-1987) e Luciana (1928-2001) Giussani, che quarant'anni dopo – alla morte di quest'ultima – possono vantare ben 150 milioni di copie vendute tra inediti e ristampe, e da allora si è perso il conto.

Meno affascinante e meno gentiluomo del principe dei ladri Arsène Lupin, meno rocambolesco di Rocambole, meno sanguinoso di Fantomas, il “genio del crimine” o il “re del terrore” è un eroe di quartiere, se non di borgata, e non conta particolari esegeti (a differenza dei personaggi della scuderia Bonelli), rozzo anche nella grafica adottata e nell'ambientazione. Il suo successo, che non ha segnali ideologici, si potrebbe così spiegare come un generico rifiuto, di matrice anarcoide, delle autorità (poliziesche, giudiziarie, politiche), ma anche dei poteri forti (industriali, economici, aristocratici), rivestito di beffa continua nei loro confronti. E i ragazzi, anche quelli più cresciuti, nel gioco preferiscono il ruolo dei ladri anziché quello delle guardie.

Il personaggio cede una sola volta al cinema, quando le sorelle Giussani autorizzano Mario Bava a realizzare per Dino de Laurentiis il peraltro modesto Diabolik (1967) con John Phillip Law nella parte del protagonista, Marisa Mell in quella di Eva Kant e Michel Piccoli in quella dell'ispettore Ginko (ma il cast comprende pure Adolfo Celi, Terry-Thomas, Renzo Palmer, Carlo Croccolo e persino Caterina Boratto), anche se un appassionato come Alberto Pezzotta può definirlo un film pop «visivamente prodigioso: un reperto di modernariato dove s'incrociano pop-art, optical-art, psichedelia, futurismo e liberty in un'orgia di coloracci».

Innumerevoli quanto effimere le parodie cartacee, spesso di sapore porno, e almeno una cinematografica: Arriva Dorellik (1968) di Steno, con Johnny Dorelli, Margaret Lee, Alfred Adam, Didi Perego e ancora Terry-Thomas. Ma il miglior omaggio visivo resta Amore impossibile (2004), un videoclip del musicista Federico Zampaglione, leader dei Tiromancino, con nel ruolo di Eva Kant la sua compagna Claudia Gerini. Evidentemente Diabolik è vivo e lotta insieme a noi.